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Il curioso caso di Benjamin Button è un film del 2008 in cui la trama, la ipersemplifico, è quella della vita di un uomo che nasce vecchio e muore bambino. Ovviamente c’è tanto altro, ma ai fini del mio (quasi) scherzoso ragionamento può bastare. Perché io sto per sostenere che l’attuale e governo della sanità marchigiana più invecchia ( e ormai si sta avvicinando alla fine del suo ciclo di vita) e più fa cose che andavano fatte quando era bambino o addirittura neonato. Ci sono un paio di cose recenti che me lo hanno fatto venire in mente.

La prima. Abbiamo di recente commentato il Piano della Performance 2019-2021 della Regione Marche, Piano in cui vengono assegnati a Servizio Sanità e Agenzia Regionale Sanitaria come obiettivi la costruzione di un cruscotto di indicatori per il  monitoraggio del sistema e la adozione organica di un sistema per la valutazione di impatto delle nuove tecnologie e dei nuovi modelli organizzativi (la cosiddetta Health Technology Assessment, o HTA). Si tratta di strumenti indispensabili per la gestione del governo regionale della sanità. Senza di quelli è impossibile costruire un Piano (infatti …) o governare con razionalità gli investimenti tecnologici (infatti …). Non sono “giochi” che l’attuale governo della sanità  doveva imparare a praticare da bambino?

Seconda cosa che ci serve per tornare al nostro Benjamin: in un recente comunicato stampa della Regione sulla sanità si afferma che grazie ad una ritrovata sintonia con i sindacati confederali (cercata peraltro dopo una loro manifestazione …) si affronteranno con un nuovo metodo di lavoro le questioni prioritarie a partire dal personale e dalla prevenzione. Una domanda alla Regione sorge spontanea: e ci hai messo quattro anni per capire che bisognava lavorare su questi temi e per abituarti che occorre farlo (su questi temi e su tutto il resto) con questo approccio partecipato? Non potevi imparare – anche in questo caso -da piccolo?

Non ho ragione? Queste cose non fanno pensare che l’attuale  governo della sanità vecchio di quattro anni faccia oggi quello che avrebbe dovuto fare all’inizio? E cioè darsi gli strumenti per monitorare le criticità di sistema (il famoso cruscotto di indicatori), sviluppare le metodologie dell’HTA per investire con senno, affrontare i temi da sempre cruciali  come  la programmazione del personale e il potenziamento dei servizi di prevenzione e interfacciarsi costruttivamente con i sindacati.  Ci ritrovo proprio la storia di Benjamin.

Magari (non si sa mai) l’attuale governo della sanità  si accorgerà tra un po’  che ha saltato a suo tempo pure il primo gioco da mettere in mano a un nuovo governo della sanità: un assessore dedicato. Succedesse la parabola di Benjamin finirebbe coll’adattarsi perfettamente alla vita di questo nostro governo della sanità. Che finirebbe dove doveva cominciare: con un assessore.

Un paio di considerazioni finali. La prima. Quella del cruscotto degli indicatori è veramente una cosa strana. Sulla assistenza ospedaliera ce n’era uno per i suoi tempi straordinario. In qualche modo sopravvive nel web, ma la Regione lo ha tolto dai suoi siti istituzionali.  Lo avevamo impostato io e Remo nel 2004 e c’era dentro tanto. Perché non riprenderlo? Sopravvive nel  web anche SDOvision, un programma dell’ARS che consentiva di fare elaborazioni  sui dati dei ricoveri. Anche questo programma è stato tolto dai siti istituzionali della Regione. Perché lo si è “oscurato” senza sostituirlo con qualcosa di analogo? Ma non è più semplice, oggi tutto cinema, ricominciare da 3?

 

La seconda (considerazione finale). Uno potrebbe dire: ma in realtà tutto è stato governato in continuità con la precedente amministrazione regionale (e quindi non varrebbe  il riferimento a Benjamin Button che assume che l’attuale governo non sia nato quattro anni fa, ma abbia operato in continuità non solo politica con i precedenti). Eh no, non è proprio andata così! Al suo insediamento e subito dopo l’attuale governo della sanità ha voluto dare subito segnali forti di discontinuità a partire dall’apparato direzionale sia regionale che aziendale. Perché a volte nelle Regioni passa la linea che “scopa nuova va il fruscio” (espressione insegnatami dall’amico Ciro Mingione, un Direttore Generale  dei tempi in cui le frontiere non erano chiuse ed erano ammessi per questo ruolo anche gli stranieri) e quindi per farlo sentire quel fruscio si dà ad esempio un gran giro alle direzioni. E, purtroppo, spazzando con la scopa nuova si butta anche quel che serve. Cruscotti compresi.

 

Ma è Pasqua e allora concludiamo così: il governo regionale della sanità ha fatto un patto ( non dico  con chi perché non lo so) e più invecchia e più ringiovanisce. Auguri a tutti!!!

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