×

Messaggio

EU e-Privacy Directive

Questo sito utilizza cookies tecnici e sono inviati cookies di terze parti per gestire i login, la navigazione e altre funzioni. Cliccando 'Accetto' permetti l'uso dei cookie, cliccando 'Rifiuto' nessun cookies verrà installato, ma le funzionalità del sito saranno ridotte. Nell'informativa estesa puoi trovare ulteriori informazioni riguardo l'uso dei cookies di terze parti e la loro disabilitazione. Continuando nella navigazione accetti l'uso dei cookies.

Visualizza la ns. Informativa Estesa.

Visualizza la normativa europea sulla Privacy.

View GDPR Documents

Hai rifiutato i cookies. Questa decisione è reversibile.
Scrivi un commento
Print Friendly, PDF & Email

Su Sassocorvaro ho già scritto su questo blog tante volte che avrei voluto lasciar cadere l’argomento, ma leggere della presentazione di ieri del progetto in Consiglio Comunale (di Sassocorvaro) mi ha sollecitato una serie di riflessioni che non posso non cercare di condividere. Le piccole manie di un blogger.

Le riflessioni nascono da questa considerazione di fondo: la vicenda di Sassocorvaro è importante perché è fortemente rappresentativa di un modo di intendere la politica sanitaria. La vicenda la do per nota ai nostri lettori. Del resto la storia di Villa Montefeltro è un po’ come Games of Thrones. O conosci la storia, e allora è inutile riepilogarla, o non la conosci, e allora a riassumerla ci vuole troppo. Io me  la  cavo con un link alla quarta puntata

La nuova Casa di Cura che sorgerà a Sassocorvaro dentro la Casa della Salute è certamente “contro” il DM 70/2015 perché non raggiunge i posti letto previsti per le nuove Case di Cura (almeno 60 posti letto per acuti) che al 1 gennaio 2014 non erano accreditate. Ma facciamo conto che il DM 70 sia solo un insieme di consigli (non è però così) e non un insieme di vincoli di cui la Regione deve rispondere (come in effetti è, tanto che la Regione ha dovuto fare una Delibera, la DGR  1554/2018 qui ampiamente commentata, per fare il punto sulla sua applicazione su esplicita richiesta della apposita Commissione ministeriale di verifica).

Perché una Casa di Cura “piccola” per acuti viene scoraggiata dal DM 70 come vengono scoraggiati i piccoli ospedali pubblici per acuti?
Per diversi ordini di motivi: 

  1. perché le strutture piccole (tutte) garantiscono meno sicurezza;
  2. perché le strutture per acuti piccole pubbliche sono inefficienti in termini di qualità/costi;
  3. perché le strutture per acuti piccole private per essere efficienti (e lo debbono essere per evidenti motivi) debbono essere gestite in modo da concentrare la casistica su linee di attività selezionate in base ai due criteri della bassa complessità e della alta redditività.

Perché allora tanta insistenza da parte della Regione? Perché è una soluzione che crea consenso locale favorendo un indotto fatto di posti di lavoro, di attività commerciali e così via. E’ sbagliata questa logica (ripeto: DM 70 a parte)? A mio parere  si può anche rispondere affermativamente purchè si sia  consapevoli (e si faccia sapere) che questo avviene: 

  1. con l’utilizzo di risorse della sanità destinabili ad altre priorità;
  2. utilizzando posti letto destinabili ad altre attività e/o ad altre strutture (con questa Casa di Cura quella prevista a Fano non si potrà fare più nonostante gli impegni presi con il Comune);
  3. con buona parte dei costi per la mobilità attiva che saranno a carico delle Marche e non delle altre Regioni.

Ma c’è una ulteriore  riflessione che è poi quella che mi rende così critico. Questa impostazione della Regione su Sassocorvaro è il riflesso di una politica sanitaria che letteralmente ignora che oggi i bisogni di salute si esprimono sul terreno della cronicità, un terreno in cui non servono prestazioni, ma processi di presa in carico che hanno bisogno di Case della Salute vere, con un coinvolgimento vero dei medici di medicina generale, con un potenziamento vero dei distretti e la vera creazione di nuovi modelli organizzativi  tra cui i reparti di cure intermedie a gestione infermieristica e l’infermiere di famiglia e di comunità. Tutte cose su cui la Regione sconta una grande arretratezza a favore di una sanità come volano di uno sviluppo economico svincolato dalla destinazione d’uso: la salute.

Arriviamo così ai nuovi ospedali in previsione di costruzione, costruzione che per il momento viene prevista in assenza di  un progetto complessivo di rete ospedaliera delle Marche che la Regione deve fare per rispondere della applicazione del DM 70 e non sta facendo (e a questo punto della legislatura non farà). In assenza di fondi dedicati i nuovi ospedali saranno costruiti in un rapporto oneroso coi privati. Se si aggiungono i costi di manutenzione dei “vecchi” ospedali che continueranno a funzionare in attesa dei nuovi (e qualcuno continuerà a funzionare anche dopo) l’impatto economico complessivo del Piano (largamente ignoto nei suoi particolari essenziali) di edilizia sanitaria toglierà ancora più risorse ai servizi territoriali. In controtendenza rispetto ai bisogni. 

Per questo Sassocorvaro è importante: perché è in gioco una visione complessiva della sanità. La vogliamo orientata ai bisogni di salute o ad un suo utilizzo a scopo di “investimento” con ritorni prevalentemente economici? Questa è una scelta tutta politica che come tecnico vorrei aiutare a fare con tutta la consapevolezza che la questione merita. 

 

PS: Strana cosa che io mi trovi impegnato tanto a ragionare su una Casa di Cura che si chiama Villa Montefeltro. Il Montefeltro è una terra che mi è carissima. Qui ci sono le origini della mia famiglia: Sant’Angelo in Vado (papà) e Casteldelci (mamma), anche se il Comune di Casteldelci con un referendum  è passato all’Emilia-Romagna nel dicembre 2006. L’amore per queste bellissime zone dove affondano le radici della mia famiglia non mi offusca però al punto da non vedere le criticità che purtroppo vedo sin troppo bene.

Devi fare login per poter postare un commento
Leggi il commneto... The comment will be refreshed after 00:00.

il primo commento

Joomla SEF URLs by Artio