×

Messaggio

EU e-Privacy Directive

Questo sito utilizza cookies tecnici e sono inviati cookies di terze parti per gestire i login, la navigazione e altre funzioni. Cliccando 'Accetto' permetti l'uso dei cookie, cliccando 'Rifiuto' nessun cookies verrà installato, ma le funzionalità del sito saranno ridotte. Nell'informativa estesa puoi trovare ulteriori informazioni riguardo l'uso dei cookies di terze parti e la loro disabilitazione. Continuando nella navigazione accetti l'uso dei cookies.

Visualizza la ns. Informativa Estesa.

Visualizza la normativa europea sulla Privacy.

View GDPR Documents

Hai rifiutato i cookies. Questa decisione è reversibile.
Scrivi un commento
Print Friendly, PDF & Email

C'è una importantissima tabella nell'ultimo BES Istat 2017. In questa tabella si vede (lo abbiamo già ricordato) un dato su cui riflettere: nelle Marche la speranza di vita alla nascita è più alta della media (83,4 contro 82,8), mentre la speranza di vita in  buona salute alla nascita è più bassa della media (57,4 contro 58,8 con il Trentino a 67,3 e l'Emilia-Romagna a 62,3).

Cosa ci dice questo  dato? Che non basta gestire al meglio la fase acuta delle condizioni di malattia a maggiore impatto sanitario, ma occorre gestire al meglio tutto il percorso assistenziale che le affronta per evitare di aggiungere anni, ma non di aggiungere qualità di vita agli anni. Prendiamo l'ictus che è, per così dire, un esempio di scuola. Dell'ictus ci dice molto il PNE. Ci dice anche che in termini di mortalità a 30 giorni c'è una discreta variabilità tra le varie Aree Vaste. Ma qui ci interessa solo sottolineare che i dati ci sono. Certo vanno guardati ed utilizzati, ma ci sono. La barra grigia centrale è il dato medio nazionale vicino al 10%, mentre per ogni area vasta si da il valore della mortalità  aggiustata assieme al relativo intervallo di confidenza.  

Ictus ischemico: mortalità a 30 giorni - 2016

 

Come c'è il PDTA dell'ictus regolamentato  dalla DGR 987/2016 (e correttamente recepito dall'ASUR con la Determina 920/2017). E qui nella DGR c'è scritto tutto anche sulla riabilitazione del paziente colpito da ictus, che nella fase acuta entro 72 ore (che diventano nel corso della Delibera 48) c'è una valutazione multidimensionale e multiprofessionale, compresa quella del team riabilitativo. E la riabilitazione comincia già in fase acuta in cui si adottano tutte le procedure necessarie per promuovere la mobilizzazione precoce, il corretto posizionamento, il precoce recupero della stazione seduta, la progressiva verticalizzazione, ...., il  recupero della funzione deglutitoria. Poi  si avvia alla dimissione la riabilitazione nel setting appropriato. Sempre secondo il PDTA regionale.

Gli indicatori  riabilitativi previsti dalla DGR sono rappresentati dalla % percentuale di pazienti con valutazione fisiatrica entro 72 ore (non più 48) e dalla % di pazienti dimessi verso un setting appropriato più la % di ricoveri nei reparti di riabilitazone codice 56 e 75.

Se un PDTA regionale  è, come dovrebbe essere, la Carta regionale dei servizi di un processo assistenziale (e quindi corrispondere a ciò che il cittadino ha il  diritto di richiedere e le Aziende hanno il dovere di erogare) ne derivano diverse conseguenze:

a) gli indicatori sopraricordati dovrebbero essere disponibili e interpretati;

b) le dotazioni organiche e i piani occupazionali delle Aziende che trattano l'ictus dovrebbero consentire  i trattamenti previsti nel PDTA sia nella fase acuta che in quella post-acuta, sia nei reparti di riabilitazione che in quelli per acuti, sia a livello residenziale che domiciliare; 

c) i manuali di autorizzazione ed accreditamento dovrebbero tenere conto di questo come degli altri PDTA a maggior impatto sulla filiera riabilitativa nella definizione degli standard di personale per le UUOO di Medicina riabilitativa (come fisioterapisti e logopedisti, in primis),  a servizio del reparto  e di tutti gli altri setting riabilitativi a gestione diretta  sopraricordati);

d) i privati dell'area della riabilitazione dovrebbero trattare in via prioritaria i casi di ictus in dimissione dagli ospedali pubblici secondo il PDTA regionale.

Alla prossima puntata daremo (o almeno tenteremo di dare) qualche primo dato in risposta alle domande appena fatte. Intanto, se lavorate sulla tematica dell'ictus o la affrontate in qualche modo a livello professionale  e/o personale date qualche prima risposta in base alla vostra esperienza. Quanto previsto nella DGR agisce? Ci sono le risorse nel pubblico per farlo? Ci sono regole col privato che lo orientano e coinvolgono nel PDTA dell'ictus? 

Avete mai sentito frasi tipo: forse mercoledì la prendono al ...; dovremmo dimettere al più presto la signora perchè questo è un reparto per acuti...; stiamo cercando un posto per la riabilitazione...; stiamo aspettando la consulenza fisiatrica...; siamo in lista d'attesa al...; purtroppo per la riabilitazione abbiamo problemi di personale...

Come avrebbe detto il grande Totò: alla faccia del ... PDTA dell'ictus!

 

 

Devi fare login per poter postare un commento
Leggi il commneto... The comment will be refreshed after 00:00.

il primo commento

Joomla SEF URLs by Artio