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Sono appena stati resi disponibili le elaborazioni sui dati 2016 del Programma Nazionale Esiti (PNE). La nostra scelta, come redazione del Blog Marche Sanità, è quella di offrire un menu degustazione delle principali fonti di dati a disposizione del nostro sistema sanitario regionale.

Non abbiamo la forza (e spesso la capacità) di farne una lettura di dettaglio che lasciamo ai livelli istituzionali (Regione ed Aziende) e ai tanti professionisti e ricercatori che possono fare approfondimenti sui singoli punti "illuminati" da queste fonti. Lettura che serve ai tanti portatori di interesse attenti alla qualità ed al destino del nostro Servizio Sanitario Regionale. Tutto questo per dire che i dati del PNE ve li dovete studiare (anche questi, dopo i bersagli del Sant'Anna, E adesso dopo gli auguri: pagelle e compiti a casa!)!

Hanno un bel dire sin dalla Home quelli del PNE (Ministero ed Agenas) che "PNE non produce classifiche, graduatorie o pagelle". Nei fatti ci sono dei siti che li trasformano subito in un elenco di ospedali affidabili e ospedali da cui tenersi lontani. Ciò che è certo è che i  dati del PNE vanno guardati con attenzione e "spremuti" per il loro alto contenuto informativo.

E adesso tre assaggini (porzioni tipo campioncino di profumeria o entree gourmet di un ristorante stellato). Cominciamo da alcuni dati tratti dal documento di sintesi che ha accompagnato l'uscita online dell'edizione 2017 con i dati 2016 (ah sì: occorre registrarsi al sito del PNE e poi si accede a tutto chiunque voi siate). 

L'andamento dei tempi di intervento in caso di fratttura del femore rimane un indicatore di buona (o meno buona) qualità dell'assstenza. Nelle Marche andiamo un po' peggio rispetto alle Regioni del centro nord ed abbiamo una grossa variabilità tra i vari ospedali, con alcuni al di sotto anche del 50% di interventi eseguiti entro due giorni. A proposito:la lettura del PNE richiede di familiarizzarsi con le metodologie di calcolo e di analisi. C'è anche un tutorial nel sito: usatelo

 

 E adesso i parti con taglio  cesareo. Nel precedente grafico dovevamo stare "sopra" e non ci stavamo ababstanza e adesso dovremmo stare sotto e anche qui non ci stiamo abbastanza!

 

 Ma il piatto forte del PNE sono le treemap. Vediamone prima una e poi ne parliamo. Questa è quella (buona certamente) del'Umberto I di Ancona (Salesi e Lancisi hanno la loro treemap).

 

 

 

Che ci dice la treemap: ci dice per sette aree di attività ospedaliera (cardiologica, chirurgia oncologica, chirurgia generale, ecc) come siamo messi rispetto a degli standard di qualità che sono specificati area per area (si tratta ad esempio  di esiti in termini di mortalità o di re-ricovero). Il colore ci dice come andiamo (dal verde scuro, performance ottima, al rosso, performance pessima). E la percentuale in ciascuna area ci dice quanto pesa quel tipo di casistica sulla casistica complessiva trattata dall'ospedale. Ma ovviamente per capirci di più occorre andare sul sito del PNE e leggere quello che lì è scritto con una chiarezza tale da rendere inopportuna una sintesi qui a tipo Selezione del Reader's Digest (a proposito ve lo ricordate: Anna Karenina in 60 pagine).

Il treemap è peggio, molto peggio di una pagella. E' la  modalità di analisi che viene utilizzata per identificare gli ospedali candidati ad un piano di rientro "sanitario" con tanto di commissariamento centrale (vedi il decreto dello scorso giugno 2016).  Gli ospedali, anche di ASL e quindi dell'ASUR,  che hanno una bassa performance in una proporzione elevata della casistica in carico vengono avviati verso un percorso "forzato" e "assistito" di rientro.

E adesso cercate il vostro ospedale o quello che vi interessa e vedete i colori della sua treemap (ci sono anche quelli privati con dei bei riquadroni rossi).

Attenzione però: sempre interpretare prima di giudicare. Buona lettura!

 

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