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Con la DGR 1554 del 19 novembre 2018 la Regione Marche ha approvato un documento tecnico da sottoporre al Tavolo Ministeriale per il monitoraggio dell’applicazione del DM 70/2015, quello che - come tutti sanno (o meglio dovrebbero sapere) - prevede il ridisegno sia della rete ospedaliera che dell’emergenza in base ad una serie di criteri basati per lo più sui bacini di utenza. In pratica, gli ospedali (di base, primo e secondo livello) debbono avere un bacino di utenza che va da … a … (quello più discusso, o meglio chiacchierato, nelle Marche è quello degli ospedali di II livello che va da 600.000 a 1.200.000 abitanti). Lo stesso vale per le singole discipline “ospedaliere” e anche per la rete dell’emergenza.

Dalla DGR 1554/2018 si ricava che per adempiere alle indicazioni del DM 70/2015 le Marche debbono rimodulare (al ribasso) le seguenti reti cliniche: Cardiologia, Chirurgia Generale, Malattie Endocrine, Geriatria, Malattie Infettive, Nefrologia, Neuropsichiatria Infantile, Ostetricia e Ginecologia, Terapia Intensiva e Rianimazione, Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, Dermatologia, Oncologia con posti letto e Pneumologia. Sempre dalla DGR 1554/2018 si ricava che per adempiere al DM 70/2015 le Marche nell’ambito della rete dell’emergenza/ urgenza debbono ridurre le Centrali Operative (da portare al massimo a 2) e debbono ridurre i mezzi di soccorso avanzati col medico a bordo (che sono troppi).

Adesso vediamo cosa dice la DGR sui tempi di adeguamento della rete ospedaliera e di quella dell’emergenza/urgenza:

Gli atti programmatori contenenti gli interventi riorganizzativi per la riconduzione entro gli standard del DM 70/2015 saranno emanati conseguentemente all'adozione del nuovo Piano Socio Sanitario Regionale, in fase di perfezionamento a seguito della condivisione con gli stakeholder regionali.

Quindi il piano doveva contenere specifiche (non generiche) indicazioni sulle modalità di adeguamento. Non le contiene. Invece  per quanto riguarda i tempi c’è la lunghissima frase che segue:

In ogni caso, verranno rispettate le indicazioni provenienti dal livello nazionale che a tutt'oggi prevede, in base al D.M. 9 febbraio 2017, coordinato con la legge di conversione 7 aprile 2017, all'art. l7-bis, che quanto previsto nel DM 70/2015 non si applica ai Comuni marchigiani colpiti dal sisma del 2016, di cui agli alI. l e 2 del D.M. n. 189 del 17 ottobre 2016, per i successivi 36 mesi, "...a condizione che intervenga sui singoli provvedimenti di riorganizzazione della rete ospedaliera il parere favorevole del tavolo di monitoraggio di attuazione del citato decreto ministeriale n. 70 del 2015...". Inoltre, la Legge di bilancio n. 205 del 27 dicembre 2017, all'art. l c. 1152, ha esteso tale limite temporale ai "successivi 48 mesi" a far data dall' Il aprile 2017, giorno di entrata in vigore della succitata legge di conversione.

Tradotto: a seguito del terremoto la Regione ha spostato tutto entro l’11 aprile 2021. Cioè tra poco più di due anni. Per quanto riguarda l’adeguamento del numero dei mezzi di soccorso avanzati la Regione rimanda tutto a 180 giorni dopo la messa a regime del servizio di elisoccorso.

Proviamo a fare un riassunto. Per liberare risorse per il territorio e adempiere alle richieste ministeriali la Regione Marche doveva rivedere la rete  ospedaliera e quella dell’emergenza. Per fare questo ha rimandato tutto a dopo l’emanazione del Piano, Piano  che aveva due strade: prendere le decisioni che debbono essere prese o fornire elementi nuovi in grado di farle prendere immediatamente. 
Il Piano non fa né l’uno né l’altro.

Non prende alcuna decisione o si limita a parlarne  ripetendo i riferimenti già disponibili da anni. E cioè il DM 70/2015. E siamo di nuovo al punto di partenza.Il Piano che doveva riorganizzare si trasforma in un documento che raccomanda la riorganizzazione.


Datemi un pizzico e svegliatemi.

 

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