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Che i medici di medicina generale (MMG, sia al singolare che al plurale) siano una componente fondamentale del sistema sanitario non è cosa che si possa minimamente discutere. E’ altrettanto scontato che una moderna organizzazione delle cure primarie e dei servizi territoriali abbia bisogno di un ruolo diverso dei MMG. Cerchiamo con questo post di vedere qual è il ruolo che prevedono gli atti della Regione Marche e qual è lo stato di attuazione di questi atti.

 I principi generali alla base della rivisitazione del ruolo dei MMG sono piuttosto semplici: 

  1. i MMG dovrebbero integrarsi strutturalmente ed organizzativamente tra loro e con gli altri operatori dei servizi distrettuali (specialisti, infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali, ecc) nelle cosiddette Case della Salute;
  2. i MMG dovrebbero entrare a far parte delle equipe che gestiscono i pazienti nei posti letto di cure intermedie degli Ospedali di Comunità che sono nati per garantire nei vecchi piccoli ospedali l’assistenza per quei pazienti che, per lo più dimessi dall’ospedale, hanno bisogni assistenziali più complessi rispetto a quelli dei pazienti gestibili a livello residenziale e domiciliare;
  3. i MMG dovrebbero collaborare alla gestione degli ambulatori ad accesso diretto dei cosiddetti Punti di Accesso Territoriale (PAT) che sostituiscono i vecchi Punti di Primo Intervento.

Come si vede tutte le grandi novità previste nell’assetto dei servizi territoriali coinvolgono i MMG. E gli atti della Regione Marche puntualmente riprendono queste linee di tendenza previste del resto negli atti e norme di livello nazionale: 

  1. le Case della Salute sono state regolamentate con la DGR 452/2014 e prevedono ovviamente la forte partecipazione dei MMG visto che esse dovrebbero rappresentare “una rete territoriale di strutture che, riunendo in un unico contenitore funzionale le opzioni di offerta di servizi presenti sul territorio, attivi le sinergie operative per rendere autonomo il complesso delle Cure Primarie” (dalla recente Determina ASUR 469 del 9 agosto che fa una ricognizione e una programmazione delle Case della Salute);
  2. la regolamentazione delle Cure Intermedie e quindi la previsione della collaborazione dei MMG è stata fatta con la DGR 960/2014;
  3. il contributo dei MMG ai Punti di Accesso Territoriale è stato previsto nella Legge Regionale n.17 del 9 luglio 2013, così come citata a pagina 64 dell’Allegato E al Bilancio di Esercizio ASUR del 2017.

Quindi tra il 2013 e il 2014 sono state poste le base per una ridefinizione del contributo dei MMG alle nuove funzioni territoriali più importanti. Vediamo adesso a che punto ci troviamo. In una delle slide sul Piano recuperabili dal sito dell’ARS è riportato il livello di coinvolgimento dei MMG nelle Case della Salute e negli ospedali di Comunità. Dalla tabella della slide si ricava che sono meno di 100 i MMG coinvolti e/o disponibili. Da una tabella di un’altra slide si ricava invece che i MMG sono più di 1000. Come sempre i numeri sono folgoranti: meno di un MMG su 10 partecipa a quelle attività caratterizzanti i servizi territoriali a distanza di diversi anni dagli atti che  prevedevano il loro coinvolgimento. 

Anche i dati sulle Case della Salute  che si ricavano dalla recente Determina ASUR confermano il ritardo: delle 41 Case della Salute programmate ne risultano attive 17. Per avere un dato di confronto in Emilia-Romagna a fine 2017 ne risultavano attive 87. Quanto ai Punti di Accesso Territoriale dovrebbero essere 10 (in 3 dei 13 piccoli ospedali è stato per ora mantenuto il Punto di Primo Intervento), ma dati di funzionamento non sono disponibili. Nel frattempo altre novità sul ruolo dei MMG nelle cure primarie vengono previste dagli atti, come il cosiddetto Presidio di Assistenza Avanzata di Medicina Generale e delle Cure Primarie (DGR 1587/2017, che approva un nuovo schema di accordo con i MMG).

Forse conviene fare il punto su questo percorso di integrazione dei MMG nella rete dei servizi territoriali evitando un continuo rilancio negli atti e un continuo rallentamento nella loro declinazione operativa. E anche di questo si dovrebbe occupare il Piano.

Una ultima annotazione. Nella DGR sui referenti per gli adempimenti ministeriali (DGR 366/2018) per le cure primarie i riferimenti regionali sono di tipo amministrativo. Scelta sbagliata perché la gestione del rapporto con i MMG va prima incentrata sugli aspetti culturali ed organizzativi e poi su quelli di tipo contrattuale. Fare il contrario ha certamente contribuito ai ritardi che abbiamo cercato di documentare.

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