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La scelta che sta per compiere è forse più importante di quanto non appaia poiché coperta dal rumore di fondo di una conflittualità addirittura esasperata rispetto al passato. Per questo diventa essenziale ragionare sui fatti per obiettivare “l’interesse dello Stato costituzionalmente rilevante” ovvero il “perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo” nel caso Diciotti e per questo mi permetto di proporLe alcune riflessioni.

Innanzitutto le azioni per le quali la magistratura chiede l’autorizzazione a procedere non possono attendere essere un “atto politico” di una istituzione della Repubblica. Un Ministro e un Governo possono ricusare una Convenzione internazionale e non violarla: infatti la violazione configura una azione di disobbedienza che attiene solo però ad una forza di opposizione, che non può fare altro. Questo aspetto è fondamentale poiché il secolo scorso ci ha insegnato con forza l’importanza della limitazione del potere come garanzia della nostra Società aperta. Ammettere un potere fuori dalla legge è la porta per mostri incontrollabili. Come ci ricorda Popper: “le democrazie non sono governo del popolo, bensì prima di ogni altra cosa istituzioni attrezzate contro una dittatura. Non permettono nessun governo di tipo dittatoriale, nessuna accumulazione di potere, tentano piuttosto di limitare il potere dello Stato. È decisivo che una democrazia in questo senso tenga aperta la possibilità di licenziare il governo senza spargimento di sangue, ma anche se giudichiamo la sua politica cattiva e sbagliata”. Manca quindi il presupposto che si sia trattato di una azione attinente la categoria della politica e è dovere del Parlamento garantire che l’azione di Governo si sviluppi all’interno della Legge.

Inoltre le scelte del Ministro sono palesemente eticamente sbagliate. Sia se lette nella dimensione dell’agire pubblico, poiché come ci ha insegnato Gandhi "il mezzo può essere paragonato ad un seme, il fine ad un albero; e tra il mezzo e il fine vi è appunto la stessa inviolabile relazione che vi è tra il seme e l'albero." In questa azione ci sono i semi del rispetto dei diritti umani e della volontà di preservare queste persone indifese, proclamato nella volontà di fermare il “traffico di essere umani”, o della costruzione di una maggiore collaborazione europea? Sia se le leggiamo nella dimensione individuale, come ci insegna Kant (padre della libertà moderna): "agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo". In questo caso queste persone sono state ridotte a mezzo, mezzo di una pura azione dimostrativa.

Il risultato finale della vicenda ne dimostra la vacuità: se quelle persone rappresentavano un qualsivoglia pericolo per il nostro Paese, perché il Ministero degli interni non ha garantito una adeguata vigilanza sugli stessi o verificato il raggiungimento delle destinazioni definite? Se lo scopo era ottenere una revisione degli accordi europei in materia, sottoscritti dal nostro Paese, il ricatto ha prodotto un qualche risultato concreto?

Un’azione non politica, ingiusta e futile che ha violato norme vigenti e limitato la libertà e i diritti di persone soccorse in mare non può essere sottratta ad una valutazione delle possibili responsabilità penali. Nulla c’entra dimensione del garantismo in questa vicenda dove l’accusato ha pubblicamente rivendicato le azioni scellerate che poneva in essere a fronte di quelle povere persone e dei nostri soldati bloccati sulla nave, ma solo la tutela della società libera attraverso una positiva limitazione del potere del Governo all’interno dei confini della Legge. Senza fare differenze tra i cittadini in Ministri e non Ministri.

Vorrei infine metterla in guardia da un ostacolo che potrebbe frapporsi al suo agire libero, infatti Herbert Simon ci ricorda che: “Gli esseri umani geneticamente inclini alla docilità sono, ceteris paribus, più adatti di coloro che non sono docili. In questo caso la docilità indica una tendenza ad accettare la conoscenza e i consigli trasmessi mediante i canali sociali. In questo contesto la docilità connota un’inclinazione a imparare o a credere, ma non necessariamente a essere arrendevoli o passivi. Le persone docili imparano prontamente nelle situazioni sociali e tendono ad acquisire condotte e convinzioni socialmente approvate in materia di fatti e di valori”. La docilità di un Rappresentante (individualmente) della Nazione che esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato è un pericolo per la libertà di tutti; La prego rivendichi la facoltà di leggere i fatti ed esprimere una valutazione libera.

Infine, dovrebbe ricordare che la vicenda ha visto coinvolti 27 minori non accompagnati (sebbene con la pelle di un altro colore, e non si può negare una dimensione di pregiudizio) e il pensiero non può non andare all’esempio di Gesù nel rapporto coi piccoli: “Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso".  E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva”. Può la Politica nascondere l’evidenza di questi poveri bambini privi della propria famiglia che vengono respinti?

Tutto appare così evidente ma questo non è certo garanzia di una scelta conseguente, poiché sotto il velo della politica le persone non sono più uguali e possono accadere magie incredibili: Le chiedo quindi se intende avallare che la Giunta riferisca all’Assemblea in modo difforme dal vero, infatti le scelte del Ministro erano a tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o perseguivano un preminente interesse pubblico tanto quanto Karima el Marough detta “Ruby” era la nipote di Mubarak! 

Se il Senato non consentirà un chiarimento della vicenda  in sede processuali questo Paese sarà meno libero, poiché chiunque sarà al Governo ne trarrà l’invito a poter violare, non cambiare come dovrebbe, le Leggi e il Parlamento avrà ratificato a maggioranza una menzogna!

Un cordiale saluto

 

PS: La invito ad una ultima riflessione proponendoLe questa affermazione di Socrate (naturalmente riferita da Platone): “Io invece credo, o carissimo, che sarebbe meglio che la mia lira fosse scordata e stonata, e che lo fosse il coro che io dirigessi, e che la maggior parte della gente non fosse d'accordo con me e mi contraddicesse, piuttosto che sia io, anche se sono uno solo, ad essere in disaccordo con me stesso e a contraddirmi”. Mi auguro che da questa vicenda Lei esca sereno.

 

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