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Sicuramente gli operatori (tutti) del Sistema di  Emergenza Territoriale  118 sono un punto di forza della nostra Regione ed espressione perfetta della buona “marchigianità”. Ma vanno aiutati e per questo a distanza di qualche giorno torniamo a sentire di nuovo Riccardo Sestili (ex direttore “storico” della Centrale Operativa 118 di Ancona,  ex consulente della Regione Marche sui temi dell’emergenza territoriale e membro attivo della comunità professionale che si occupa  degli stessi temi  a livello nazionale) per completare l’analisi sullo stato organizzativo del Sistema di Emergenza Territoriale 118. Stato, come vedremo, di discreta sofferenza.

Con quali criteri in Italia si dovrebbe quantificare il fabbisogno di mezzi di soccorso nel territorio distinti per composizione dell’equipaggio? Rispetto a questi criteri com’è messa la Regione Marche? 

Con la L. 3/2001 di riforma del Titolo V della Costituzione e la conseguente regionalizzazione della Sanità ogni Regione ha ampia autonomia al proposito. Come riferimenti nazionali abbiamo le Linee Guida 1-1996 che declinavano le diverse tipologie di personale previste in centrale e sul territorio. Il documento AgeNAs Monitor n. 27 del 2011 prevedeva standard di soccorso per mezzi su gomma di soccorso avanzato, di soccorso di base e di elisoccorso. Linee guida della Società scientifica SIS118 del 2012 prevedevano analoghi standard per mezzi medicalizzati di soccorso avanzato ed indicazioni per la dislocazione dei mezzi di soccorso infermieristico. Il Decreto del Ministro della Salute n. 70 del 2 aprile 2015 infine prevede standard simili per il soccorso su gomma di mezzi di soccorso avanzato e di elisoccorso. 

A livello regionale numero e tipologie delle postazioni sono definite dalla L.r. 36/98 e ss.mm.ii. e, sulla base delle norme nazionali, da numerose Delibere di Giunta quali le n. 735, 920 e 1476/2013, la n. 139/2016 (ultimo atto di modifica della 735/2013) e da Determine ASUR quali la 915/2015 “Attuazione rete Emergenza Urgenza” (con relativo Allegato) e la 616/2015 “Reti Cliniche attivazione” (con Allegato n.11 “Rete clinica PS – 118”). 

Nessuna normativa regionale da purtroppo indicazioni su government e governance del Sistema territoriale di soccorso che resta pertanto privo di livelli di governo delle attività. Un’ipotesi di organizzazione invero viene definita nell’Allegato A della Determina 531/DG del 4 settembre 2017 in assenza ancora, purtroppo, di una applicazione della stessa. 

Il risultato delle normative regionali risulta in definitiva in un più che sufficiente numero di mezzi ed equipaggi, in generale, al cospetto di una grave carenza di coordinamento, di governance, tra Centrali 118 e relativi Sistemi territoriali di soccorso, all’interno e tra le diverse Aree Vaste , in assenza di un progetto e di una visione regionale unitaria dell’intero SET118.

Qual è nei documenti nazionali il numero previsto di Centrali Operative 118 in rapporto alla popolazione servita? Qual è e quale dovrebbe essere la situazione della Regione Marche? 

Scarsi sono i riferimenti nazionali costituiti dal documento del Gruppo Tecnico Emergenza Stato Regioni del 2 dicembre 1991 allegato al CPCM 27 marzo 1992 che prevedeva per le centrali 118 un bacino di utenza provinciale o di almeno 250.000 residenti. Il DM n. 70 del 2 aprile 2015 prevede una centrale operativa con un bacino di riferimento orientativamente non inferiore a 0,6 milioni ed oltre di abitanti o almeno una per Regione /P.A. Sulla base del DM la previsione per la nostra Regione è di massimo 2 centrali 118. 

La normativa regionale definiva tipologie e numero di unità di personale di centrale con la DGRM n. 5183 del 22 dicembre 1992 e con la L.r. 36/98 che prevedeva n. 4 centrali provinciali ed una centrale regionale. La L.r. 17/13 di modifica alla 36/98 ribadisce l’esistenza nelle Marche di n.1 Centrale Regionale e n.4 Centrali Territoriali. 

Qual è il ruolo dei medici e degli infermieri delle Centrali operative e quali sono gli standard di personale che sono previsti per queste figure nelle centrali operative? 

Ruoli e standard del personale sono quelli contenuti nelle norme citate ai punti precedenti, in particolare nelle Linee guida della Società scientifica SIS118 del 2012, che definivano un numero appropriato di postazioni medicalizzate ed infermieristiche, percorsi formativi per il personale di centrale e, per la nostra Regione, nella DGRM n. 5183 del 22 dicembre 1992 e nella L.r. 36/98. Tali normative regionali definiscono ruoli ed attività del personale medico di centrale, ne definiscono i ruoli e le attività senza arrivare peraltro ad una definizione del numero di unità ritenute necessarie fatto salvo un generico richiamo a “funzioni di appoggio” da garantire nell’arco delle 24 ore. 

 A distanza di 26 anni la DGRM del 1992  risulta non applicata in relazione al personale tecnico di centrale ed ai “medici di appoggio” alla stessa. Ad oggi, per le attività di emergenza urgenza delle centrali, i relativi piani occupazionali non prevedono l’assegnazione di altre unità di personale oltre al Direttore di centrale. Per la Centrale 118 di Ancona, centrale provinciale, di coordinamento regionale e centrale di attivazione del Servizio interregionale di elisoccorso Marche Umbria, in particolare, a quasi due anni dal pensionamento del sottoscritto Direttore in data 28 febbraio 2017, il ruolo non risulta ancora coperto essendo svolta pro tempore la funzione dal Direttore della Centrale 118 di Macerata in assenza di altre figure mediche assegnate. 

Da sottolineare che con la DG ASUR n. 481/16 i Direttori di Centrale sono stati rinominati “Direttori del Sistema Emergenza Territoriale 118” appartenenti ai Dipartimenti di Area Vasta. 

Qual è il ruolo della Regione rispetto al SET 118? 

A far data dalla L.r. 36/98, successivamente modificata fondamentalmente in funzione delle attività di trasporto programmato (L.r. 13/2008) e dei Punti di Primo Intervento (n 17/2013), non sono a conoscenza di atti specifici soprattutto in relazione ai meccanismi di governo delle attività di centrale e delle attività del Sistema territoriale di soccorso fatta salva la Determina ASUR 531/DG del 4 settembre 2017 mai peraltro applicata. 

Nella DGRM n. 1554 del 19 novembre 2018, peraltro, la proposta (ri)organizzativa della rete dell’emergenza urgenza viene rimandata “successivamente all’emanazione del nuovo Piano Socio Sanitario Regionale”. 

Conclusioni (dell’intervistatore)

Se mai il nuovo Piano verrà fatto e, soprattutto, se nella sua predisposizione si affronteranno le criticità di sistema più importanti comprese quelle relative al SET 118 gli spunti che ci ha fornito Riccardo in questa e nella precedente intervista potranno essere un ottimo punto di partenza. E se lo si utilizzerà sarà anche un modo per dare soddisfazione agli operatori di questo sistema, fondamentale tassello della risposta ai bisogni dei cittadini marchigiani. Sempre se … e sottolineo il se come diceva la grande Mina (autori: Giorgio Calabresi e Carlo Alberto Rossi). Citazione sicuramente già comparsa in questo blog, ma viene troppo bene in troppe occasioni. 

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