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In questo blog utilizziamo spesso la salute mentale come esempio (purtroppo negativo) di come la programmazione e la gestione dei servizi socio-sanitari delle Marche sembra non tenere sufficiente conto dei dati e delle criticità.

Ogni volta che esce un rapporto sullo stato dei servizi del settore nelle varie Regioni emerge una grande sofferenza di quelli marchigiani cui, per logica,  dovrebbe corrispondere una sofferenza dei pazienti e delle loro famiglie. Una ulteriore occasione di riflessione ci viene fornita dall’ultima edizione del Rapporto Salute Mentale del Ministero della Salute con l’analisi e relativo commento dei dati del Sistema Informativo per la Salute Mentale relativi all’anno 2017.

Due dati, tra i tanti, colpiscono in misura maggiore perché di facilissima interpretazione: la spesa pro-capite e il personale a disposizione dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) ogni 1000 abitanti. Di ognuno di questi due dati (ricordiamolo: sono dati relativi al 2017) diamo il valore delle Marche, quello medio nazionale e quello della Emilia-Romagna:  

  1. spesa pro-capite: Marche 59,1: Italia: 78; Emilia-Romagna 109,6;
  2. personale del DSM ogni 1000 abitanti: Marche 46,7; Italia 56,6; Emilia-Romagna 86.

Ma sono molti i dati che meritano un approfondimento come il numero di strutture residenziali ogni 10.000 abitanti (nelle Marche più del doppio del dato medio nazionale), la prevalenza dei casi trattati (nelle Marche decisamente più bassa di quella media nazionale), il numero degli utenti ricoverati in strutture residenziali (nelle Marche decisamente maggiore di quello medio nazionale), il numero di nuovi utenti (nelle Marche molto più basso  di quello medio nazionale) e il numero medio di prestazioni per ogni utente dei DSM (nelle Marche pure molto più basso di quello medio nazionale).

Sono tutti indicatori che vanno messi a disposizione di una riflessione di sistema necessaria per dar loro un senso. Sembrerebbe emergere nelle Marche una difficoltà di presa in carico dei pazienti da parte dei DSM, ma solo chi lavora sul campo e le associazioni dei pazienti sono in grado di dare un senso coerente al quadro. Certo i dati su cui riflettere non mancano.

Quasi un anno fa venne fatta una mozione in Consiglio proprio sulla situazione della salute mentale nelle Marche. La  mozione voleva rispondere alle provocatorie dichiarazioni del Ministro dell’interno tanto che cominciava così:

Registrate con stupore le asserzioni fatte dal Ministro dell'Interno nel corso del programma televisivo di approfondimento politico “In Onda” trasmesso da La7, il quale ha parlato di salute mentale in termini di: “esplosione di aggressioni” da parte di persone affette da disturbi mentali, sostanziale abbandono delle problematiche psichiatriche lasciate sulle spalle delle famiglie nonché di “chiusura di tutte le case di cura che c'erano per i malati psichiatrici”.

La mozione concludeva (riporto solo una sintesi):

Verificato … che il Governo regionale, attraverso le strutture competenti, è impegnato: 

  • ad assicurare, oltre alla accessibilità, presa in carico e continuità delle cure per tutti i pazienti con problemi di salute mentale, anche il proseguo ed il mantenimento dei “servizi di sollievo” che, a partire dal 2001, hanno rappresentato lo strumento principale per le politiche di sostegno alle famiglie e di contrasto allo stigma;
  • ...
  • ...
  • a promuovere un confronto con le associazioni e tutti i soggetti interessati da coinvolgere attraverso una nuova riformulazione della Consulta regionale sulla salute mentale;

Ricordato che la Regione si impegna a rendere effettivo il diritto costituzionale alla salute, come sancito dall'articolo 5 dello Statuto regionale;

IMPEGNA

la Giunta regionale:

ad intraprendere ogni iniziativa utile presso le sedi istituzionali ritenute opportune per rappresentare la reale situazione della salute mentale nella regione Marche e il percorso avviato di gestione e presa in carico dei malati mentali, anche attraverso l'invio di una relazione tecnica dettagliata al Ministero competente e, per conoscenza, al Ministro dell'Interno, al fine di smentire categoricamente le sue gravi affermazioni.

Ecco è arrivato il momento buono per questa relazione tecnica, da presentare ai cittadini ed agli operatori però, oltre che al Ministero della Salute. Del Ministero dell’Interno, almeno su questo tema, facciamo volentieri a meno. Purtroppo la reale situazione della salute mentale nella Regione Marche non sarà così positiva come il tono della mozione suggeriva. Ma questo è un motivo in più per scriverla e condividerla.

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