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Fervorino iniziale

Sembrerebbe (condizionale d’obbligo) che siano ripresi o stiano riprendendo gli incontri sul Piano. Almeno questo è il segnale che ci è arrivato da fonte sindacale. E allora ci è sembrato utile richiamare alcuni elementi che ci si potrebbe portare dietro agli incontri nel caso si rientri tra gli stakeholder (quanto infastidisce  questa parola, ma alla Regione piace tanto) coinvolti nella consultazione.

Una premessa

Sul nuovo Piano sono possibili molti punti di vista specifici come quello delle realtà locali, delle singole professioni, delle diverse istituzioni e così via. Quello che cercheremo di rappresentare qui è un punto di vista generale e cioè il punto di vista di chi si propone di verificare quale sia la politica sanitaria che la Regione Marche intende complessivamente far emergere al termine del processo che dovrebbe portare all’approvazione del Piano.

Perché il nuovo Piano è (sarebbe) importante

Il nuovo Piano serve alle Marche: 

  1. perché ormai da diversi anni la politica regionale governa la sanità a vista (la sua vista) privilegiando interventi puntuali su singole realtà o problemi senza un quadro di riferimento che indichi priorità sulla base di dati, analisi e confronti;
  2. perché il livello della performance della Regione Marche  in sanità  è ormai poco sopra la media nazionale e abbastanza al di sotto di quella di diverse Regioni;
  3. perché ci sono numerose criticità (vedi paragrafo successivo) sia a livello di servizi erogati che di processi di governo che non sono affrontate in modo organico;
  4. perché il governo regionale della sanità con il Piano è obbligato finalmente a quel confronto cui si è sistematicamente sottratto negli ultimi anni.

Cosa va verificato subito in occasione del confronto sul Piano

Le cose da verificare subito nella documentazione che dovrebbe essere fornita (e/o in quella presentata) sono:

  1. quali sono gli obiettivi specifici del Piano e degli incontri;
  2. la fonte dei dati utilizzati per l’analisi della situazione attuale;
  3. se esiste un elenco di criticità e come sono state identificate;
  4. se esiste un elenco di priorità e come sono state stabilite;
  5. per quali criticità è stato formulato un piano di intervento comprensivo di risorse, obiettivi e tempi;
  6. qual è il percorso previsto per l’approvazione del Piano.

Una check-list sulle criticità nei processi di governo della sanità marchigiana

Quello che segue è un elenco (incompleto) di possibili criticità che sarebbe interessante spuntare sulla  base della documentazione fornita e/o presentata (per ciascuna criticità andrebbero valutati dati, analisi e proposte): 

  1. sottofinanziamento della prevenzione;
  2. carenza di offerta dei servizi distrettuali con particolare (ma non esclusivo) riferimento a: assistenza domiciliare, rete delle cure palliative, tutela della salute mentale, integrazione socio-sanitaria, residenzialità sanitaria e socio-sanitaria;
  3. ritardi nelle progettualità relative a: demenze, cronicità, strategia aree interne, telemedicina, fascicolo sanitario elettronico;
  4. ritardi nella evoluzione dei modelli organizzativi della assistenza primaria (reti dei medici di medicina generale e loro integrazione nelle case della salute, nelle cure intermedie e nei punti di accesso territoriale);
  5. stato delle reti cliniche con particolare riferimento a quelle tempo dipendenti (evento coronarico acuto, ictus e politrauma);
  6. programmazione del personale (fabbisogno delle diverse figure professionali, come medici di medicina generale, medici delle diverse specialità, infermieri, fisioterapisti, ecc);
  7. riqualificazione del sistema informativo sanitario che attualmente non mette a disposizione dati e  non produce report;
  8. governo della mobilità sanitaria;
  9. governo delle liste di attesa;
  10. politica degli investimenti (tecnologici e strutturali);
  11. politica per lo sviluppo di iniziative organiche per il miglioramento della  qualità e della sicurezza delle cure;
  12. ruolo della Agenzia Sanitaria Regionale;
  13. rapporti con i privati;
  14. rapporti con le Università;
  15. rapporti con gli stakeholder (ancora loro!) a partire dalle Associazioni di tutela, i Sindacati, gli ordini professionali e le realtà imprenditoriali.

L'elenco è del tutto provvisorio, ma per una prima spunta può andare!

Considerazione finale

Un Piano Sociosanitario dovrebbe essere l'espressione di un modo di intendere la sanità pubblica ispirato (tra le altre cose) a pochi semplici principi: orientamento al confronto sulla base di dati condivisi; orientamento alla valutazione continua; orientamento alla valorizzazione delle competenze ed esperienze. Un Piano che non sia un prodotto di questo clima non può essere scritto e non può funzionare. Il fatto che a quasi un anno dal suo annuncio siano disponibili solo alcune slide non fa ben sperare. 

 

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