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Ecco come l'autore presenta il suo libro.

La discussione intorno alla tematica della fine della vita, da sempre presente nella riflessione umana, negli ultimi decenni si è fatta più pressante. Il progresso scientifico, lungi dall’essere messo in contrapposizione ai valori della società europea, ha posto l’opinione pubblica in una posizione di sempre più forte richiesta ai legislatori nazionali di nuove regole che assicurino il rispetto della dignità della vita di ogni persona di fronte alla malattia e nei momenti più delicati e difficili dell’esistenza umana.

Non è un caso che in Italia l’iter legislativo della legge 22 dicembre 2017 n. 219, ossia della legge che norma il consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento -il cosiddetto testamento biologico-, si sia avviato proprio come conseguenza di una spinta popolare poggiata su un’ormai solida base giurisprudenziale creatasi a partire dal 1990, sei anni dopo il deposito della prima proposta di legge sul tema a firma Loris Fortuna.

Il dibattito, diventato di stringente attualità già dalla XVI legislatura, anche in relazione alle complesse vicende giudiziarie di pazienti portate alla luce dai media, ha mostrato come le questioni e i dubbi riguardanti il fine vita accomunino le coscienze di tutti, anche se in presenza di diversi orientamenti di carattere ideologico, culturale o religioso.

Il legislatore, tardivo, con questa legge non ha apportato particolari innovazioni all’ordinamento italiano. La giurisprudenza elaborata sul dettato costituzionale, formatasi fino al 2016, anticipava di fatto ciò che la norma ha poi riconosciuto.

Il disegno di legge approvato norma per la prima volta il consenso (e, di contro, il dissenso) informato della persona ai trattamenti sanitari, declinandolo negli artt. 4 e 5 con l’introduzione di due istituti di tutela della libertà personale: le disposizioni anticipate di trattamento e la pianificazione delle cure tra il medico e la persona malata.

Con la monografia “Testamento biologico e consenso informato” da me curata per la casa editrice Giappichelli, cerco di dare un contributo di chiarezza sui contenuti della legge, introducendo alcune riflessioni sulla legalizzazione dell’eutanasia, tematica ancora aperta e su cui probabilmente i tribunali anticiperanno nuovamente il Parlamento.

 

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