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La Regione periodicamente  pubblica, e noi cerchiamo di darne divulgazione, alcune Delibere di Giunta Regionale (DGR) che vanno (o dovrebbero) andare significativamente ad incidere sulla qualità e quantità dell’offerta di prestazioni e servizi ai nostri cittadini.

I criteri con cui si può procedere alla valutazione di tali atti sono abbastanza semplici e definibili a priori:

  1. motivazione dell’atto;
  2. chiarezza degli obiettivi;
  3. adeguata analisi di partenza della situazione su cui si intende intervenire;
  4. adeguata documentazione di supporto: modelli operativi/organizzativi/amministrativi cui si è fatto riferimento per la proposta (una sorta di analisi bibliografica a supporto delle azioni e scelte previste nell’atto);
  5. correttezza tecnica (sia in termini sanitari che amministrativi) del contenuto del dispositivo dell’atto;
  6. chiara identificazione dei ruoli nella gestione delle azioni previste nell’atto;
  7. assegnazione di risorse in caso di incremento dell’offerta;
  8. identificazione di un punto di coordinamento centrale del progetto se regionale;
  9. definizione dei tempi;
  10. selezione degli indicatori;
  11. valutazione di impatto delle precedenti iniziative nello stesso ambito (specie in caso di atto che si ripete per aggiornamenti nel tempo).

Cominciamo dalla DGR 315 del 19/03/2018 avente come oggetto il  Programma regionale per l’assistenza odontoiatrica in attuazione dei nuovi LEA del DPCM 12/01/2017. Questa Delibera in sostanza si limita a ridefinire in base ai nuovi LEA quali sono le categorie di persone aventi diritto alla assistenza odontoiatrica ed a quali tipologie di prestazioni ciascuna di esse può accedere.

Vi sono alcuni punti che rendono questa DGR molto debole:

  • la totale assenza di una qualunque forma di valutazione dell’esistente sia in termini di sedi, che di personale, di attrezzature e soprattutto di attività;
  • la assenza di risorse aggiuntive e dedicate o, in alternativa, di indicazioni su dove recuperarle;
  • la mancanza di chiarezza sui ruoli, sui tempi e sugli indicatori;
  • la assenza di riferimenti ad esperienze di buona pratica regionali ed extra-regionali da utilizzare come modelli di riferimento.

Sui dettagli tecnici e sugli aspetti relativi alla identificazione della vulnerabilità sociale e sanitaria si rimanda al parere di chi è più esperto. Potrebbe risultare utile una lettura approfondita del Programma (vero) della Regione Emilia-Romagna (partito 14 anni fa) e di una circolare del 2008 della stessa Regione,  che danno un po’ il senso di cosa comporta avviare veramente un programma  di questo genere.

Valutazione di sintesi: è una DGR senza carattere programmatorio cogente, ma una ridefinzione senz’altro opportuna, ma prevalentemente teorica, dei LEA odontoiatrici.


Passiamo adesso alla DGR 314 del 19/03/2018 avente come oggetto il rinnovo della convenzione tra l’Agenzia Regionale Sanitaria e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – Laboratorio di management e sanità (MeS) -  per l’adesione al progetto di valutazione delle performance sanitarie per l’anno 2018.

In questa DGR è tutto chiaro. Unico problema, ma non piccolo: il lavoro del Sant’Anna è enormemente sottoutilizzato per quanto riguarda il suo potenziale, oltretutto riportato nel documento istruttorio della DGR. La collaborazione  col  MeS dovrebbe servire a:

  1. confronto dei risultati di performance con altre Regioni ed Aziende;
  2. identificazione delle aree di forza e di debolezza di ciascuna Regione ed Azienda Sanitaria;
  3. accessibilità dei dati, disponibili su piattafrorma web, alla Regione, al management Aziendale, ai professionisti;
  4. possibile personalizzazione del sistema, tramite integrazione con indicatori strategici della Regione;
  5. analisi temporale;
  6. supporto alle decisioni basate su evidenze quantitative;
  7. trasparenza verso i cittadini.

Quasi nulla di tutto questo avviene nella Regione Marche. I Piani della performance di Regione e Aziende al massimo accennano (in un solo caso peraltro) a tale sistema di indicatori di perfomance e le sue indicazioni in termini di punti di forza e di debolezza non si ritrovano negli obiettivi e nei documenti di sistema, se non in misura davvero minima.

Valutazione di sintesi: rinnovo della convenzione assolutamente opportuno. Utilizzo delle sue potenzialità molto scarso.

Proposta finale.
Ma perché non si rende il percorso delle DGR trasparente davvero in modo da raccogliere in itinere spunti ed osservazioni migliorative?
Sarebbe un modo semplice e concreto di evitare il confronto su  un atto definitivo con forti ed evidenti limiti.

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