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Un comunicato tutto da leggere quello della CGIL sulla denatalità nelle Marche, come del resto in tutto il Paese.

Riportiamo le conclusioni di Daniela Barbaresi, Segretaria Generale della CGIL Marche: 

“questi dati evidenziano la necessità di affrontare il tema della denatalità nel nostro Paese e nella nostra regione con decise politiche per la maternità e paternità, e soprattutto garantendo adeguate prospettive di lavoro e reddito; lavoro stabile e retribuzioni adeguate che possano consentire soprattutto ai più giovani di formare una famiglia e decidere di avere dei figli. Politiche di sostegno alla natalità, concrete e incisive, a partire dalla garanzia di un’adeguata rete di servizi per l’infanzia, ben diverse dalle politiche dei bunus mamme o bonus bebè erogati finora che si sono rivelate inefficaci e sbagliate”.

“Da questo punto di vista anche la scelta del Governo di cancellare l’obbligo di astensione dal lavoro delle lavoratrici prima del parto va nella direzione sbagliata perché non si tutela ne la salute delle lavoratrici ne quella del nascituro, oltre a minare la libertà delle donne, soprattutto quelle più precarie e meno tutelate”.

Anche la sanità dovrebbe fare la sua parte: piena funzionalità dei consultori che mettano a disposizione percorsi nascita completi (in alternativa delle visite a pagamento: sapete quanto può costare una gravidanza?), adozione delle prestazioni in esenzione previste dai nuovi LEA, ma anche servizi come asili nido per le molte lavoratrici della sanità (abbiamo trovato in rete un interessante documento scritto da Oriano Mercante  su questo: Asili nido negli ospedali. una sfida per la Regione Marche). 

 

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