×

Messaggio

EU e-Privacy Directive

Questo sito utilizza cookies tecnici e sono inviati cookies di terze parti per gestire i login, la navigazione e altre funzioni. Cliccando 'Accetto' permetti l'uso dei cookie, cliccando 'Rifiuto' nessun cookies verrà installato, ma le funzionalità del sito saranno ridotte. Nell'informativa estesa puoi trovare ulteriori informazioni riguardo l'uso dei cookies di terze parti e la loro disabilitazione. Continuando nella navigazione accetti l'uso dei cookies.

Visualizza la ns. Informativa Estesa.

Visualizza la normativa europea sulla Privacy.

View GDPR Documents

Hai rifiutato i cookies. Questa decisione è reversibile.
Scrivi un commento
Print Friendly, PDF & Email

L'occasione di un viaggio a Torino mi ha portato a salutare (telefonicamente perchè è sempre in azione) Angelo Pezzana. Angelo è una persona importate per la storia del nostro Paese per la sua natura di combattente inarrestabile: prima sul versante del movimento omosessuale (Dentro e fuori è un libro che i giovano di oggi dovrebbero leggere per sapere cosa significava essere gay non troppo tempo fa in Italia)  poi sulla difesa della verità sullo Stato di Israele (e su questo abbiamo collaborato quando, con altri, costituii l'Associazione Italia Israele delle Marche, di cui oggi sopravvive il - fossile - sito web). Dei mille episodi della sua vita certamente nel Paese dell'"Io speriamo che me la cavo" la rinuncia al seggio parlamentare sono una delle cose più spiazzanti: tanti combattenti contro la casta non rinunziano ad un giorno di seggio..., ma Angelo è un combattente!

Sono quindi orgoglioso di averlo ospite in questo blog con un paio di brevi domande.

Angelo che effetto ti fa vedere i gay pride diffusi in tutte le città anche più piccole rispetto all'Italia nella quale hai iniziato la lotta di liberazione?

Quando nel 1971 insieme a un gruppo di coraggiosi demmo vita al primo movimento di liberazione omosessuale (la parola ‘gay’ non usava ancora)  ci rendevamo conto che stavamo cambiando il costume italiano, per questo la R di rivoluzione che appariva nella parola Fuori! non ci era parsa esagerata. Ragionandoci sopra quasi mezzo secolo dopo, una rivoluzione l’abbiamo davvero compiuta. Sporcaccioni per la destra ignorante, peccatori per il centro cattolico, e una sovrastruttura borghese per la sinistra dura e pura, di vittorie ne abbiamo collezionate. Fummo noi del Fuori! – riformisti che avevamo capito in tempo il pericolo delle ideologie rivoluzionarie- a organizzare le prime manifestazioni (Sanremo 1972!, contro un congresso di psichiatri), i primi cortei, i primi festival del cinema Lgbt, i primi Gay Pride, per 15 anni era Fuori! la parola che voleva dire liberazione. Poi la politica tradizionale si svegliò bruscamente, scoprendo che eravamo portatori di voti, tutti imitarono il Partito Radicale di Marco Pannella, il più svelto di tutti fu il PCI, aggiungendo alle diverse sigle che iniziavano tutte con ‘arci’ il suffisso ‘gay’. Finalmente, era nato un movimentone! Solo che sono passati alcuni decenni, a parte la legge sulle Unioni civili tutto il resto, a partire dai ‘Gay Pride’, di innovativo si è visto poco, un giorno di rivendicazioni su 365 mi pare poco, almeno nelle grandi città. Nelle città di provincia un Gay Pride  ha una sua ragione di essere, ben venga. Ma nelle metropoli è ormai soltanto più una festa, allegra fin che si vuole, ma senza obiettivi che non siano la ripetizione di slogan frusti. Aperta da qualche anno alle partecipazioni dei ‘rivoluzionari’ dei centri sociali che sventolano bandiere di paesi che i gay li ammazzano, se va bene li sbattono in galera, ma sono anti-capitalisti, nemici di Israele, il paese più all’avanguardia in quanto gay friendly. Così va il mondo, nell’attesa che si avverino le previsioni di George Orwell, quando le democrazie scompariranno, invase e sconfitte dalla barbarie dei regimi dittatoriali a cui stiamo aprendo le porte.

Oggi va di moda il tema delle fake news: la vicenda delle comunicazione in Italia su Israele da questo prospettiva è un esempio davvero eclatante (vi assicuro che non credereste alle vostre orecchie per quanto sono serie le deformazioni dell'informazione su Israele)...

L’hai detto tu in due righe, io cerco di testimoniarlo sul quotidiano online che ho fondato nell’aprile 2001, non a caso qualche mese prima dall’attacco alle Torri Gemelle, siamo un piccolo Davide di fronte al Golia della disinformazione, nella convinzione testarda che alla fine riusciremo a sconfiggerlo.

 

Devi fare login per poter postare un commento
Leggi il commneto... The comment will be refreshed after 00:00.

il primo commento

Joomla SEF URLs by Artio