×

Messaggio

EU e-Privacy Directive

Questo sito utilizza cookies tecnici e sono inviati cookies di terze parti per gestire i login, la navigazione e altre funzioni. Cliccando 'Accetto' permetti l'uso dei cookie, cliccando 'Rifiuto' nessun cookies verrà installato, ma le funzionalità del sito saranno ridotte. Nell'informativa estesa puoi trovare ulteriori informazioni riguardo l'uso dei cookies di terze parti e la loro disabilitazione. Continuando nella navigazione accetti l'uso dei cookies.

Visualizza la ns. Informativa Estesa.

Visualizza la normativa europea sulla Privacy.

View GDPR Documents

Hai rifiutato i cookies. Questa decisione è reversibile.
Scrivi un commento
Print Friendly, PDF & Email

Diavolo di un Beppe (Zuccatelli). Avevo appena scritto sulla spinta gentile (Nudge: la spinta gentile) che su Facebook vedo un suo post sulla comunicazione non ostile. Illuminante (il Manifesto sulla comunicazione non ostile).

In realtà ne avevo già sentito parlare, ma stavolta mi ci sono fermato con più attenzione. Non è importante farla lunga: le “regole” per la comunicazione non ostile sono semplici e basta leggerle nel manifesto. Così come basta il link con il sito per ricostruire la storia di questo manifesto.

Il manifesto nasce per dare regole alla comunicazione in rete, ma ha una sua formidabile validità per qualunque forma di relazione di comunicazione. Compresa quella del nostro piccolo mondo della sanità marchigiana. A questo proposito ci starebbe bene un supplemento di regole sulla comunicazione utile oltre che ostile. Proviamo a cominciare. Ma è solo una bozza.

  1. Prima di comunicare bisogna spiegare perché si sente l’esigenza di farlo. C’è tanta roba in rete, c’è bisogno che tu ne aggiunga altra?
  2. I dati sono importanti. Le tue opinioni contano, ma sei in grado di motivarle?
  3. Ci deve essere qualcuno interessato a quello che vuoi comunicare. Chi immagini possa godere delle tue considerazioni?
  4. Bisogna comunicare sia sulle cose che vanno che su quelle che non vanno. C’è una sana via di mezzo tra una comunicazione a tipo MinCulPop e una comunicazione critica ad ogni costo.
  5. Si comunica per “fare”. La comunicazione deve stare dentro un processo di possibile cambiamento di idee, progetti, azioni.
  6. (abbiamo detto che era solo una bozza no?)

 

 

Nota del co-blogger: sempre di Zuccatelli è utile e interessante ascoltare questo intervento del 2012:

 

Devi fare login per poter postare un commento
Leggi il commneto... The comment will be refreshed after 00:00.

il primo commento

Joomla SEF URLs by Artio