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E’ uscito il Rapporto della Fondazione  GIMBE (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze) sulla Mobilità Sanitaria Interregionale 2017. Cogliamo l’occasione per (ri)ragionare sul governo (che non c’è) della mobilità sanitaria nella Regione Marche. Il Rapporto ha alcuni limiti metodologici che trovate qui, ma dipinge un quadro chiaro (e noto da tempo). Ci sono forti squilibri tra Nord (che “vende”) e Sud (che “compra”). Le Marche anche nella mobilità sono, a  seconda di come le si vuole vedere, o l’ultima Regione del Centro-Nord o la prima del Centro-Sud.

Infatti, la Regione Marche finisce tra le Regioni con un saldo negativo moderato (da 25 a 100 milioni di euro) corrispondente a poco meno di  30 euro pro-capite.

La mobilità passiva delle Marche passa dai 161,4 milioni di euro del 2016 ai 163 milioni del 2017. Tale dato aveva fatto gridare al miracolo in un articolo del 4 luglio 2018 riportato nella Rassegna stampa della Regione. Titolo e sottotitolo dell’articolo “Frena la corsa alle cliniche fuori regione: i marchigiani tornano a curarsi in casa”. La motivazione di tanto entusiasmo risiedeva nella diminuzione rispetto all’anno precedente del saldo negativo di mobilità. Infatti, nel 2017 l’aumento della mobilità passiva  (1, 6 milioni di euro) era stato largamente compensato all’apparenza dall’aumento della mobilità attiva pari a circa 10,5 milioni di euro (dai 105,4 del 2016 ai 115,9 del 2017). Il saldo negativo sembrava dunque  sceso di quasi 9 milioni di euro passando dai 56 milioni del 2016 ai  47,1 del 2017. Peccato che: 

  1. 5 milioni di euro sono stati tolti dalla mobilità attiva delle Marche per via di un eccessivo aumento dei ricoveri in mobilità attiva dei privati (abbiamo dedicato diversi post a tale questione come questo);
  2. dal bilancio consuntivo 2017 dell’ASUR risulta che la produzione di ricoveri e di prestazioni ambulatoriali dei privati per le altre Regioni è stato nel 2017 di 5 milioni di euro più alto che nel 2016 (cifra da aggiungere al saldo negativo 2017).

Quindi il saldo negativo di mobilità “vero” scende solo per queste due voci allo stesso livello del 2016 (e quindi attorno ai 55 milioni di euro). Occorre tenere poi conto del fatto che sono stati aumentati nel 2017  sia il budget delle Aziende Ospedaliere (ad esempio per Marche Nord l’aumento è stato di 4 milioni di euro) che quello di tutte le strutture private eroganti prestazioni di ricovero ed ambulatoriali.

Ne viene fuori che nonostante gli interventi fatti per sostenere economicamente ogni possibile aumento di produzione la mobilità passiva è aumentata come pure è rimasto sostanzialmente invariato il saldo negativo se si tiene conto delle quote di mobilità attiva da rigirare al privato.

Sintesi: servono azioni più mirate per modificare “veramente” il trend negativo dei dati di mobilità della Regione Marche.

PS: Il fatto che quest’anno ancora non siano usciti articoli di stampa  sull’andamento della mobilità 2018 fa pensare che non sia andata troppo bene.

PS PS: Perché la regione non rende pubblici i dati e le analisi in modo da costruire un confronto aperto su questo tema spesso evocato a giustificazione di scelte importanti come la costruzione di una nuova Casa di Cura o la istituzione di un secondo Ospedale di II livello?

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