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Sono numerose nelle Marche le criticità aperte in tema di riordino della rete ospedaliera. Abbiamo anche di recente ricordato i ritardi nell’applicazione delle indicazioni del DM 70/15 e quasi ogni settimana escono specie nei giornali locali, cartacei e/o in rete, articoli che segnalano forti criticità ricorrenti specie in alcune aree della Regione. Tra queste criticità c’è ad esempio quella relativa all’Ospedale Unico del Piceno. Se con un motore di ricerca vado su internet usando le parole “Ospedale unico del Piceno”  mi faccio subito una chiara idea di quanto sia sentito il tema. Non è un caso che uno degli articoli parla di “ospedale della discordia”. Ma la stessa cosa avviene se cerchiamo Ospedale Unico Marche Nord, per la cui “non” realizzazione è stata aperta su change.org  una petizione, o se cerchiamo “difesa dell’Ospedale di Senigallia” o anche  “difesa dell’Ospedale di Jesi”.

A proposito di queste criticità, sentite (anzi leggete) cosa scrive il Ministero della Salute a pagina 28 dell’Allegato 1 al suo Piano della Performance 2019:

Proseguirà, nell’ambito del Sistema nazionale di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria (Siveas), l’attività di monitoraggio del processo di riassetto strutturale e di riqualificazione della rete assistenziale ospedaliera ai sensi del decreto ministeriale 2 aprile 2015, n.70. Tale attività si caratterizza anche per un costante confronto diretto con gli stakeholder, principalmente attraverso la gestione di segnalazioni inerenti alla riorganizzazione delle reti ospedaliere locali, che rappresentano un patrimonio informativo grazie al quale mettere a fuoco criticità ricorrenti e strutturare le relative azioni di miglioramento; inoltre, sulle medesime tematiche viene fornito supporto tecnico agli Uffici di diretta collaborazione del Ministro nel corso di riunioni con rappresentanze di cittadini, società scientifiche e associazioni di tutela, per l’analisi e il superamento delle problematiche rappresentate.

Con un apprezzabile atteggiamento costruttivo il  Ministero considera queste criticità ricorrenti nella riorganizzazione delle reti ospedaliere locali come un patrimonio informativo. Perché la Regione Marche non fa lo stesso?

Questo delle rete ospedaliera si conferma un buon banco di prova (difficile e per questo buono) sulla effettiva volontà e capacità della Regione di  gestione dei rapporti con gli stakeholder, quelli che nel Piano sono citati 13 volte e di cui si dice (sempre nel Piano)  cose del tipo:

una campagna di ascolto e interlocuzione con gli stakeholder presenti sul territorio, a valenza regionale e locale, per raccogliere in modo puntuale, nel corso di numerosi incontri con i diversi rappresentanti di sindacati, associazioni, società scientifiche, università, enti locali, etc., proposte, osservazioni e suggerimenti sui contenuti del documento.

Frase che trovate più o meno nella stessa forma a pagina  3 dell’Atto deliberativo che accompagna il piano e nelle pagine 13, 14,15  e 65 del testo del Piano.

O i cittadini debbono fare segnalazione al Ministero? Non mi sembra la strada migliore né per i cittadini, né per chi ha la responsabilità del governo regionale della sanità.

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