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In un precedente articolo sono illustrati i dati relativi ai risultati del servizio sanitario regionale rispetto alla valutazione annuale del ministero (Campionato nazionale della sanità: la griglia LEA): da qualche giorno sono finalmente disponibili, per ora solo sul sito di Quotidiano sanità,  i dati del 2015.

Non si può dire che sia andata bene poichè le Marche, pur confermandosi come da sempre tra quelle che hanno la sufficienza (ovvero regione adempiente), hanno perso una ulteriore posizione: settimi!

 

La perdita di una posizione è legata al miglioramento del punteggio delle altre regioni, poichè come si vede la situazione regionale è sostanzialmente stabile (perdita di soli due punti).

 

I Punti critici restano gli stessi come si vede da rosone:

 

Nota: Il “Rosone" 2015 si compone di 35 settori circolari di ampiezza pari al peso del singolo indicatore e quattro anelli concentrici per quante sono le classi delle soglie di valutazione, esclusa quella relativa al dato mancante, errato o carente. Per ogni settore, la posizione e il colore dell’etichetta consentono di individuare facilmente punti di forza (colore verde) e livelli crescenti di criticità (dal giallo, al viola al rosso, secondo la tabella 2.2.) in riferimento al loro peso (ampiezza del settore circolare) nel novero degli aspetti monitorati all’interno della regione; il colore del riquadro consente di riconoscere la regione in base al livello di adempienza (verde = adempiente; giallo = adempiente con impegno; rosso = critica).

 

Il dettaglio degli indicatori critici per la regione Marche è evidenziato nella seguente tabella:

 

 

 


Questo è il commento della relazione ministeriale:

REGIONE MARCHE

La valutazione finale per il 2015, si attesta per la Regione Marche su un punteggio pari a 190 che secondo i parametri di riferimento fissati dal Comitato Lea (range -25 – 225; positivo a 160) risulta ampiamente positivo e costante nel trend 2013-2015.

Nel complesso la Regione raggiunge valori accettabili, entro i parametri di riferimento, per la gran parte degli indicatori relativi ai tre livelli di assistenza prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e ospedaliera.

Si rilevano tuttavia delle criticità nel livello di assistenza della prevenzione, in particolare nell’area delle vaccinazioni, per gli indicatori Copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per ciclo base (3 dosi) (polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Hib) e Copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per una dose di vaccino contro morbillo, parotite, rosolia (MPR) si riscontra uno scostamento non accettabile rispetto al valore di riferimento. Per il primo indicatore si rileva che più di una copertura vaccinale risulta al di sotto del 92% (il valore di riferimento prevede che le coperture per ciclo base siano tutte >= 95%), mentre per il secondo indicatore il dato del 79,88% è nettamente inferiore al valore di riferimento del 95% e pertanto si conferma la criticità già evidenziata dal 2013.

Per quanto concerne l’assistenza ospedaliera si riscontrano delle criticità per l’indicatore Percentuale parti cesarei primari, per cui si rileva uno scostamento non accettabile rispetto al valore di riferimento (26,41% vs 20%) ed in peggioramento rispetto al valore registrato nell’anno 2014 (25.76%).

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    Roberto Calisti · 24/10/2017
    Penso che i dati mostrino una performance marchigiana meno buona di quanto dicano i numeri "nudi"; se li vestiamo di qualche riflessione, ci accorgiamo che molti dei punti deboli del "nostro" sistema sanitario stanno in prevenzione e in assistenza agli anziani. Vuol dire che (diversamente da quanto avverrebbe se i problemi li avessimo nei Pronto Soccorso, dove le conseguenze delle criticità irrisolte si vedrebbero subito) il prezzo delle "cose" che "da noi" non vanno si vedrà tra un po', quando la realtà presenterà il conto. Anche in assenza di un sistema regionale di rilevazione epidemiologica vera degli eventi-sentinella, basta tenersi aggiornati tramite la comunicazione di massa per vedere nel nostro "territorio umano" la ricomparsa di situazioni che per tipologia (ad esempio, nel campo delle malattie infettive) e/o per frequenza (ad esempio, nel campo degli infortuni lavorativi gravi e mortali) ritenevamo appannaggio del passato. Riguardo all'assistenza agli anziani: teniamo conto del fatto che molto del carico familiare dell'assistenza a loro necessaria ricade sulle famiglie e quindi su di un tessuto sociale molto provato da una crisi economica perdurante e strutturale (un operaio o un'operaia che oggi perdono il posto di lavoro possono riciclarsi come badanti di congiunti e/o di terzi, ma come se la caveranno quando con il crescere di età e disabilità saranno loro ad aver bisogno di essere sostenuti ?). Prefigurandosi un "deficit di futuro", spero che nessuno faccia affidamento sulla riduzione dell'aspettativa di vita media per consentirsi di girare lo sguardo altrove.
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