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L'Azienda Sanitaria Unica Regionale (ASUR) delle Marche non è poi così strana nel contesto nazionale in termini di popolazione di riferimento. Sono infatti ben 17 le Aziende Sanitarie che superano il milione di assistiti (Opendata - Ministero della Salute).  L'ASUR però non ha paragoni per la dimensione geografica e il numero di strutture gestite. Per questo il legislatore, nell'istituirla, creava le Aree vaste: articolazioni organizzative volte a garantire una prossimità tra il livello decisionale e i territori.

Questo ingrediente purtroppo ha spesso determinato una frammentazione della unicità dell'ASUR, facendo perdere al sistema alcune delle potenzialità dell'unificazione; per questo nel tempo sono state ristrette le competenze delle Aree Vaste. Ma mancava la scelta più importante nel garantire l'unitarietà della guida (che è l'elemento essenziale per un'Azienda): la scelta di rimettere al Direttore Generale la nomina dei vertici della Aree Vaste. Ora è stato fatto un passo importante e positivo in questa direzione (Ecco la proposta di modifica della normativa sulle Direzioni di Area vasta).

Ma come garantire la dimensione locale?

Per questo aspetto è essenziale ridare valore alle Conferenze dei Sindaci (Conferenza dei sindaci: non conta, non vuole o... non sa?): nella gestione chi è escluso se va bene non collabora, ma di norma si oppone; questo abbiamo visto in questi anni nella dialettica sulla sanità tra le istituzioni. Quindi, il Direttore generale sarebbe opportuno che oltre ad informare la Giunta Regionale, informasse anche  la Conferenza dei sindaci al momento della nomina. La nuova regolamentazione delle Direzioni Generali ha previsto il parere della Conferenza dei Sindaci tra gli elementi di giudizio dei Direttori generali nella verifica che le Regioni devono fare a 2 anni dalla nomina: poiché i Dirigenti di Area vasta sono gli interlocutori quotidiani delle comunità locali, si potrebbe inserire il parere della Conferenza dei sindaci tra gli elementi da considerare nella loro valutazione periodica da parte del Direttore Generale. Sarebbe anche utile sistematizzare, tra le diverse norme ancora vigenti e non tutte coerenti tra loro, la funzione della Conferenza, magari ascoltando i Sindaci, perché la qualità del confronto nasce da ruoli precisi e giusti pesi e contrappesi. 

Ma esiste anche un altro livello di relazione a livello locale: quello col mondo professionale. Su questo per l'Azienda unica si pone un problema serio: con il Collegio di Direzione diviso per cinque toglie all'Azienda un rilevante punto di equilibrio e ascolto  (tanto più che nell'ASUR manca anche il Consiglio dei sanitari, pure previsto dalla normativa nazionale). Occorrerebbe immaginare soluzioni nuove che permettano - con economia di tempi e sedi e, soprattutto, di partecipanti - un contatto diretto tra la Direzione Generale e le Direzioni dei Dipartimenti. 

Infine, grazie al lavoro in Commissione del Consiglio Regionale, i requisiti previsti per il dirigente di Area Vasta sono state rafforzati... ma resta un punto debole sul nome, se come dicevano i latini  nomen omen,  con tutto il pullulare di Direttori nelle strutture sanitarie un Dirigente non pare ben parato... Forse Coordinatore  di Area Vasta suonerebbe meglio per caratterizzare la funzione.

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