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Per molto tempo quello di Fermat è rimasto un teorema indimostrato e probabilmente Fermat stesso non aveva trovato alcuna soluzione, considerata la complessità della dimostrazione recentemente trovata.

Parlare di risorse umane ha tanti di quei risvolti che nessun discorso sintetico puo' renderne un quadro attendibile. Insomma, parlarne è complicato (quasi) quanto risolvere il teorema di Fermat. Facciamo alcuni esempi.

Il numero di assunzioni è spesso un numero assoluto che si ritrova sui giornali, ma naturalmente è anche il dato più inattendibile se non comparato con il numero di cessazioni (che non sono solo pensioni, ma spesso personale assunto a tempo determinato che disdice il contratto). Un altro numero utilizzato è quello dei presenti al 31 dIcembre... ma anche questo da una lettura del picco dei presenti!

Il secondo modo di rappresentare l'andamento del personale è rappresentato dall'indice di turnover (percentuale del rapporto assunti / cessati). Sembrerebbe la soluzione al problema precedente. Ma sostituire un dipendente che lascia il servizio a gennaio dopo undici mesi a dicembre garantisce un  turnover apparente del 100%,  ma con quel buco di 10 mesi il coordinatore del reparto continuerà ad avere problemi nei turni e in ambulatorio si avrà difficoltà a trovare un medico per aumentare le prestazioni per ridurre le liste di attesa!

Per fortuna abbiamo a disposizione uno strumento di lettura sintetico delle risorse umane a disposizione migliore: le unità equivalenti! Ovvero partire dai mesi lavorati da parte di ciascun dipendente e quindi ottenere un numero di personale basato sull'effettiva attività di servizio prestata (due operatori ciascuno dei quali lavora per 6 mesi danno una sola unità equivalente di personale). I turni sono salvi?

Non sempre! Le unità equivalenti non considerano tutta una serie di variabili che possono condizionare pesantemente la funzionalità di un servizio: ad esempio le assenze per malattia o le assenze per la legge 104, poi c'e' il tema del personale con limitazioni...

Poi esiste la dimensione economica relativa ai costi del personale, dimensione che deve tenere conto di quel vincolo, dettato da situazioni di emergenza per la finanza pubblica e sul quale Stato e Regioni hanno già da tempo sottoscritto un impegno di revisione, di una spesa per il personale pari al valore della spesa del personale nel 2004 ridotto dell'1,4%, spesa da raggiungere entro il 2020 (proprio l'anno delle elezioni regionali...).  Nella recente conferenza stampa sul bilancio dei primi 30 mesi della attuale Giunta si e' meritoriamente reso pubblico il valore di quel vincolo ma, non si sa per quale ragione, è stato declinato per Azienda Sanitaria, quando è un vincolo di sistema!

Su questa dimensione di lettura pesa il diverso costo annuo delle diverse professioni che curano e assistono: un infermiere (ma anche un fisioterapista, un tecnico di laboratorio o di radiologia o di neurofisiopatologia,  un logopedista) costano circa 35.000 €/anno mentre un medico (ma anche un veterinario o un chimico, biologo, ecc) circa il doppio. E' chiaro che una Azienda Sanitaria Locale come l'ASUR avrà bisogno in proporzione di più personale di assistenza (certo più che nel 2004!) e un'Azienda Ospedaliera, sempre in proporzione,  di più medici (ancora una volta più del 2004!).

In questa selva di variabili è davvero difficile trovare una soluzione!
Il punto sta nel definire come si individuano le risorse umane da  inserire in sostituzione di quelle che cessano. 
E qui torna al centro il tema del Piano sanitario regionale: quali priorità ha il sistema?
Quali sono le professionalità necessarie per perseguirle?
E così il Piano sanitario può trasformare le visioni strategiche in realtà concreta, magari impiegando meno dei 358 anni che sono stati necessari per l'ultimo teorema di Fermat...

PS: in una, già citata,  recente conferenza stampa sono stati ribaditi i dati sull'incremento del personale (fenomeno reale): + 1200 operatori, ma per comprendere la differenza tra i diversi indicatori si consideri che sommando la variazione di personale in termini di unità equivalenti (e non di teste presenti al 31/12) ASUR e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ancona (che inseriscono il dato nelle relazioni di bilancio) si ottiene un totale di 618 operatori in più (di cui 90 medici) e stimando l'apporto dell'Azienda Ospedaliera Marche Nord e dell'INRCA l'incremento nel numero di unità equivalenti - cioè persone che hanno lavorato per un anno - è  di almeno un terzo più basso rispetto all'incremento delle teste presenti al 31/12 (momento di picco nelle presenze in servizio) .

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