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L'elenco dei potenziali "nemici" (si notino le virgolette per evitare equivoci) dei medici è lungo: il paziente è aggressivo, il manager e il politico non danno le risorse, l'avvocato sollecita ogni aspettativa da parte del proprio assistito (e la procura della repubblica avvia indagini), il giornale distrugge la sua reputazione senza pensarci sopra! Sembrerebbe una categoria accerchiata e isolata , ma...

...basta approfondire un po' l'analisi su ognuno di questi  fronti che il medico sente aperti intorno a sé  e guardare meglio che  ecco si vede spuntare il vero "nemico" (di nuovo attenti alle virgolette) che spesso si rivela essere un... collega.

Il paziente vede in TV il collega che pontifica sotto l'effetto della telecamera (che produce una amnesia dell'assoluta complessità della disciplina e della unicità di ogni paziente e dei limiti della conoscenza medica) su qualsiasi patologia come se si trattasse di un raffreddore (e quindi tutti si aspettano che trattarla sia come trattare un raffreddore). Oppure, nel caso di un secondo consulto richiesto perché i sintomi non passano (informazione questa che il primo medico non aveva, come non aveva l'esito dei primi accertamenti), ecco il collega far trasparire tra le righe l'incompetenza del primo... 

Il manager e il politico raramente capiscono di sanità e medicina e quando negano ad un medico  è perché troppo ha ottenuto un altro... collega, sempre pronto a riconoscere l'importanza delle altre discipline, ma incapace di rinunciare al "suo" medico in più in reparto o all'ultimo dispositivo / farmaco ad alto costo.  

Le cause per errore medico hanno sempre a corredo una bellissima perizia scritta da un collega, anch'esso colto dalla sindrome della telecamere sopra descritta (forse per effetto dello schermo del PC sul quale argomenta impregnato del senno del poi...). E quando entra in gioco la Procura ecco venir fuori altre perizie, sempre scritte da colleghi, ricche di tutti i dettagli che l'evoluzione del caso ha reso di evidente importanza (sempre per via del senno del poi). 

Il giornalista, spinto dall'esigenza di riempire le pagine del giornale con la minore fatica possibile, tutto raccoglie e pubblica, magari qualche volta sentendo un amico medico che magari  al telefono pensa di crearsi una credibilità alle spalle di un collega

Forse noi medici siamo accerchiati, ma forse a volte ci  accerchiamo da soli, senza la capacità di essere davvero colleghi, senza la capacità di sentire la complessità della professione in tutti i casi, sia quando riguarda noi sia quando riguarda gli altri.

Non so se riusciremo mai a finircela del tutto con questo atteggiamento autodistruttivo. Ci potrebbe aiutare andare ogni tanto a rileggere, e ad applicare, il codice deontologico e forse molti, moltissimi, dei problemi quotidiani della nostra professione magari non spariranno, ma almeno si ridimensioneranno. E ci sentiremo meno soli. 

Art. 58 Rapporti tra colleghi

Il medico impronta il rapporto con i colleghi ai principi di solidarietà e collaborazione e al reciproco rispetto delle competenze tecniche, funzionali ed economiche, nonché delle correlate autonomie e responsabilità. Il medico affronta eventuali contrasti con i colleghi nel rispetto reciproco e salvaguarda il migliore interesse della persona assistita, ove coinvolta. Il medico assiste i colleghi prevedendo solo il ristoro delle spese. Il medico, in caso di errore professionale di un collega, evita comportamenti denigratori e colpevolizzanti.

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