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Munitevi di codice utente e password e dall’area dedicata del Laboratorio MeS del Sant’Anna potete scaricare i due Rapporti con i dati 2018 di valutazione della performance delle 11 tra Regioni e Province che aderiscono al Network  e di valutazione della performance delle Aziende Ospedaliere.

Quest’anno i rapporti sono usciti piuttosto presto e consentono di fare il punto sullo stato delle sanità regionali, compresa la nostra. Come noto, il Sant’Anna usa i dati dei flussi informativi correnti per elaborare un complesso sistema di indicatori che copre diverse aree: lo stato di salute della popolazione; l’efficienza e la sostenibilità; la soddisfazione dell’utenza, quella del personale e i processi di comunicazione; la capacità di perseguimento delle strategie sanitarie regionali; la presa in carico dell’emergenza-urgenza; la prevenzione collettiva; il governo e la qualità dell’offerta; l’assistenza farmaceutica.

Da segnalare, oltre al fatto che i dati sono  recenti, la disponibilità di elaborazioni sia a livello di Regione che di singola Azienda e Area Vasta.

Per la Regione Marche riportiamo uno stralcio del commento riportato nella scheda che le è dedicata dal rapporto:

Il miglioramento del livello di salute rappresenta l’obiettivo verso cui tende ogni sistema sanitario e l’indagine ministeriale PASSI rileva per le Marche la diffusione di stili di vita complessivamente sani, in media con le altre Regioni.

In merito alla capacità del sistema regionale di implementare efficacemente le proprie strategie sanitarie, nell’ambito della prevenzione il livello di copertura vaccinale risulta in fase di completamento ed è in significativo miglioramento rispetto al 2017 (in particolare la copertura per morbillo-parotite-rosolia). Per quanto riguarda gli screening oncologici, si conferma una capillare attività di invito, non ancora seguita da un’altrettanto ottimale adesione dell’utenza (ad esempio, per lo screening colorettale).

La gestione della sicurezza sul lavoro risulta un nodo critico, posizionandosi al di sotto della media delle altre Regioni, con potenziali margini di miglioramento sia in termini di copertura del territorio, sia per quel che concerne l’efficienza dell’attività di controllo.

Per quanto riguarda il governo e la qualità dell’offerta, il basso tasso di ospedalizzazione suggerisce una buona capacità di governo dei setting assistenziali.  Un ulteriore investimento sull’assistenza domiciliare – che, a fronte di una ancora non soddisfacente copertura, registra comunque un’elevata intensità assistenziale e un’ottima tempestività – potrebbe contribuire a migliorare la presa in carico post-ricovero. Si confermano piuttosto contenuti i tassi di ospedalizzazione per le patologie croniche - scompenso cardiaco, BPCO e diabete - con quest’ultimo che si conferma best practice del network.

In riferimento all’attività chirurgica, si registra un miglioramento della percentuale di colecistectomie laparoscopiche operate entro un giorno (da 17.6% nel 2017 a 26.5% nel 2018) anche se persiste una marcata variabilità intra-regionale. Il livello di organizzazione dei processi ospedalieri è complessivamente in linea con le altre Regioni; la bassa percentuale di ricoveri provenienti dal Pronto Soccorso con tempi di permanenza entro le 8 ore segnala tuttavia una possibile criticità nella gestione del percorso.

La gestione del percorso materno-infantile risulta migliorato, seppur ancora critico. Nel 2018 si conferma frequente il ricorso al cesareo, mentre la percentuale di parti operativi è – di converso – tra le più basse del network.

Relativamente al percorso oncologico, i tempi di attesa per i trattamenti chirurgici sono complessivamente allineati alla media - più lunghi solo quelli per il tumore al retto. Un aumento della concentrazione della casistica, in particolare nel trattamento del tumore maligno alla mammella, potrebbe ulteriormente contribuire a fare leva su economie di scala e di apprendimento al momento non pienamente sfruttate, migliorando la qualità assistenziale.

I tempi di attesa in Pronto Soccorso confermano una criticità rispetto alla tempestiva gestione delle casistiche meno gravi, pur con un’ampia variabilità tra strutture ospedaliere. La percentuale di abbandoni riflette tale criticità, seppur risulti in lieve contrazione rispetto al 2017.

Il numero complessivo di indicatori calcolati e condivisi da parte di Regine Marche è leggermente inferiore alle altre Regioni, in seguito ad un processo di riorganizzazione interna del Settore: nel corso del secondo semestre 2019 verranno progressivamente resi disponibili in piattaforma i dati al momento mancanti.

Complessivamente, seppure con l’eccezione di una Azienda, gli indicatori che migliorano rispetto al 2017 sono di più di quelli che peggiorano. Nel caso di una Azienda il miglioramento è particolarmente rilevante. Vengono confermate però almeno due criticità: la sicurezza nei luoghi di lavoro ed i tempi di gestione dei vari codici in Pronto Soccorso. Si tratta di fenomeni ormai strutturali nella sanità delle Marche cui andrebbe data maggiore attenzione negli atti programmatori e gestionali, a partire dal Piano.

Le mie considerazioni finali sono:

  1. questo è il sistema volontario di valutazione delle performance regionali più avanzato in Italia e grazie alla sua adesione per la  Regione Marche  è possibile individuare le aree che richiedono azioni di miglioramento;
  2. la Regione Marche dovrebbe condividere con i suoi stakeholder le indicazioni che emergono e utilizzare le criticità emergenti in sede di programmazione e gestione;
  3. il report del Sant’Anna non prende in considerazione aree come la salute mentale che per le Marche ad una importante criticità;
  4. il sistema informativo regionale dovrebbe garantire gli stessi tempi di elaborazione del Sant'Anna.
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