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Con due delibere da leggere in forma integrata la Giunta ha rideterminato i posti letto della rete ospedaliera marchigiana (DGR 516/2018) e previsto una nuova struttura sanitaria privata a Fano con 50 posti letto  destinati prevalentemente ad attività ortopedica e riabilitativa (DGR 523/2018). In entrambe le delibere si fa riferimento ai dati di mobilità e di produzione che però non vengono messi a disposizione se non come pochi numeri sintetici difficili da interpretare in assenza di un sistema di reporting strutturato.

Si propone qui un sistema di reporting regionale della produzione e della mobilità sanitaria in regime di ricovero già collaudato nel periodo 2003-2006 e interrotto a partire dal 2007. 

Abbiamo spesso sollevato la questione della impossibilità di governare il fenomeno della mobilità sanitaria, così significativo per la Regione Marche (Mobilità sanitaria: la Regione Marche nel 2018 perde 70 milioni di euro del suo finanziamento), in assenza di un sistema di analisi dei dati che analizzi nel dettaglio provenienza e direzione dei flussi di mobilità passiva in rapporto alla natura della prestazione e ai livelli di produzione delle strutture regionali pubbliche e private. 

Questa convinzione sull'importanza dei dati era stata - come già ricordato - alla base negli anni dal 2003 al 2006 della produzione annuale e semestrale di  report  molto strutturati da parte del Servizio di Assistenza Ospedaliera. Nel sito www.marcheinsalute.it (oggi disponibile in uno strano link da dove è possibile scaricare numerosi report prodotti e resi disponibili on line) c’è ancora una sezione riservata al Servizio Assistenza Ospedaliera da cui è scaricabile ad esempio il Rapporto sulla mobilità passiva per attività di ricovero periodo anno 2016.

In questo rapporto c’è davvero (quasi) tutto quello per che serve per ragionare sul fenomeno: 

  1. le analisi sono condotte sulla serie storica 2004-2006;
  2. nella analisi si tiene conto della Zona Territoriale di provenienza, della Regione e della singola struttura di destinazione;
  3. l’analisi viene condotta per tipologia di ricovero (acuti e post-acuti), per singolo DRG e per raggruppamento di DRG (medici e chirurgici distinti per livello di complessità);
  4. vengono calcolati i posti letto virtuali per disciplina dell’ospedale fuori Regione che serve i marchigiani in fuga (ortopedia 60 letti);
  5. viene fatta la graduatoria delle strutture che servono di più da fuori regione le diverse Zone;
  6. si analizza il peso economico per disciplina della mobilità passiva (in testa già l’ortopedia: più di 20 milioni di euro nel 2006);
  7. si analizza nel dettaglio la mobilità passiva per ricoveri che hanno dentro la procedura di coronografia;
  8. …e molto altro.

Basta prendere i dati 2015-2017 e fare lo stesso report. Se non lo si fa e non lo si condivide, programmare un finanziamento di nuove strutture o nuovi posti letto - come si è fatto con le due citate DGR nel Pesarese e in tutta la Regione -  in base al recupero progressivo della mobilità passiva è operazione che rischia di essere poco "mirata"  e certamente se avviata diventa non monitorabile.  

Per il governo della mobilità, occorrono anche i dati sulla produzione interna.  Questi servono per capire quale e quanta produzione viene già fatta in Regione e quale e quanta occorre garantire in più internamente per recuperare i flussi negativi di mobilità.  Anche su questo veniva dal Servizio di Assistenza Ospedaliera prodotto un report per disciplina che analizzava ad esempio la produzione dell'ortopedia, la disciplina con maggiore fuga.

In sintesi, per mettere finalmente a regime un sistema trasparente di monitoraggio di produzione e mobilità in regime di ricovero basta ricominciare da tre, o meglio dal 2003, anno in cui si iniziò  a produrre e condividere sistemi di  reportistica della attività ospedaliera facilmente riattivabili oggi senza fatica, come suggerisco di fare. 

 Ai tempi di big data è difficile accettare decisioni che non si basano su fonti tracciabili, verificabili e condivise.
Non lo è per i tecnici e non dovrebbe esserlo per i politici. Lo confermiamo: In God we trust; all others bring data

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