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Giovedì c’è all’ordine del giorno della IV Commissione Assembleare Permanente che si occupa di Sanità la discussione della Proposta di Legge n.211/2018 che prevede, tra l’altro, la modifica dei criteri di scelta dei Direttori di Area Vasta. Questo blog ha già avuto modo di commentare (I nuovi criteri di nomina dei direttori di Area Vasta: un pessimo segnale. Parere personale di un tecnico.) questa proposta di modifica che ridimensiona i criteri di accesso al ruolo di Direttore di Area Vasta portandoli dai requisiti previsti per i Direttori Generali (di cui c’è un albo di idonei a livello nazionale) a dei requisiti tutti marchigiani che prevedono una esperienza triennale di direzione anche non continuativa senza la necessità di avere un percorso formativo certificato per un ruolo di alta direzione nelle Aziende Sanitarie.

Con la definizione di criteri di scelta degli alti livelli direzionali (che ricomprendono certamente le Aree vaste) che non danno il massimo di garanzie possibili in termini di requisiti non siamo nel campo della legittimità (che non mettiamo in discussione), ma della opportunità. Opportunità sia tecnica che politica.

Cominciamo da quella tecnica. Questa fase del Servizio Sanitario Regionale che dovrebbe essere di grandi cambiamenti ha bisogno agli alti livelli di dirigenti “umili” (Elogio dell'umiltà nei leader della sanità) vissuti però dal sistema come autorevoli. E l’autorevolezza non può che darla, tra l’altro, il possesso dei requisiti previsti in tutta Italia per i più alti livelli direzionali. A questi dirigenti (dal livello regionale a quello di area vasta) compete di promuovere tutti questi cambiamenti: 

  1. cambiamenti nelle priorità: la cronicità è il tema centrale su cui si dovrebbe investire ed è ancora di fatto è un tema secondario nel dibattito e nelle scelte
  2. cambiamenti nei ruoli professionali: la valorizzazione delle nuove professioni e lo sviluppo di modelli organizzativi ad elevata interprofessionalità sono due dei possibili esempi;
  3. cambiamenti nei modelli organizzativi: questi riguardano sia gli ospedali (ospedali per intensità di cura) che i servizi territoriali (con il maggiore coinvolgimento dei medici di medicina generale);
  4. cambiamenti nella struttura dell’offerta: bisogna “convincere” la popolazione che la capillarità dei servizi territoriali è molto più importante della finta sopravvivenza dei piccoli ospedali;
  5. cambiamenti nei rapporti con i cittadini: la risposta ai bisogni di salute dovrebbe essere sempre più di tipo comunitario e prevedere un sempre maggiore coinvolgimento dei cittadini sia nelle scelte programmatorie che nella gestione dei processi di cura;
  6. cambiamenti nei rapporti con i professionisti: se i professionisti sono la risorsa più importante la loro gestione deve prevedere meccanismi di continuo confronto e condivisione.

E tutto questo lo fai con tre anni non continuativi di esperienza dirigenziale?
Non scherziamo per favore.

E adesso veniamo alla opportunità politica. Nei giorni in cui la nuova ministra della Salute Giulia Grillo lancia proclami del tipo “Fuori la politica dalle aziende” e avvia una procedura aperta per la nomina del Direttore generale dell'Agenzia Italiana sul Farmaco, il segnale che vuole dare la Regione Marche è questo: “Con le alte direzioni vogliamo mano libera ogni volta che si può!”?

Fra l’altro un segnale dato da una Giunta che si dovrebbe riconoscere nel “vecchio” governo che protestò quando il nuovo premier Giuseppe Conte parlò della esigenza di combattere l’invadenza della politica nelle nomine in sanità rispondendogli che con gli albi nazionali si era già data una risposta al problema. Albi che la Giunta della Regione Marche non intende appunto utilizzare. Per la precisione Graziano Delrio invitò il premier a studiarsi il Decreto 126/2017. Mi sa che il decreto giusto sia in realtà il 171/2016.
Forse dovremo rileggerlo tutti!

 

PS: Quant'è complessa un'Area vasta? Ecco alcuni dati tratti dalla Relazione al Bilancio ASUR 2017

AV Popolazione  Personale* Costo pro capite residenti 
AV 1 360.711 2.172,5  1639 €
AV 2 486.921 4.374,7  1879 €
AV 3 306.124 3.395,2  1728 €
AV 4 174.849 1.666,9  1684 €
AV 5 209.450 2.486,0  1781 €

* espresso in unità equivalenti.

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