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Il calcio come metafora della vita. Quante volte me lo sono detto con Beppe Zuccatelli (interista di quelli duri e puri come il dott. Aprile e il dott. Brizioli, in una esemplare forma di integrazione pubblico-privato). E allora perché non provare a usare i principi e i termini del linguaggio calcistico per parlare un po’ della nostra sanità come fosse una squadra di calcio?

Cominciamo coi vari ruoli: 

  • i cittadini sono la proprietà;
  • il Presidente della Giunta è il Presidente della Società;
  • l’Assessore è l’allenatore;
  • i direttori e dirigenti a livello regionale sono lo staff tecnico a disposizione dell’allenatore;
  • i direttori a livello aziendale sono gli allenatori in seconda;
  • gli operatori sono i giocatori;
  • i cittadini sono come già detto i proprietari (anche se non tutti se ne ricordano) e i tifosi;
  • il sindacato è l’Associazione Italiana Calciatori;
  • le Associazioni di tutela sono i rappresentanti dei tifosi;
  • il Ministero è la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FGCI).

Quanto al campionato la sua durata coincide con quella della legislatura, mentre la classifica è quella della FGCI (scusate, del Ministero). 

Ed ecco un possibile commento tecnico al campionato della squadra:

Ci stiamo avvicinando alla fine del campionato (la legislatura!) ed è tempo di bilanci. Cominciamo dalla classifica ministeriale, quella della griglia LEA. Dal settimo posto del 2015 siamo passati all’ottavo del 2017. Classifica confermata anche da altri sistemi di calcolo dei punteggi (Meridiana Index e CREA, ad esempio). 

Ma, risultati a parte, quello che non ha convinto è il gioco: anziché puntare su schemi nuovi (potenziamento delle cure primarie e della prevenzione) si è posto l’accento sulla produzione ospedaliera. Insomma, quello che nel calcio è il vecchio schema “palla lunga e pedalare”. Novità nel gioco poche e più dichiarate nelle conferenze stampa che viste sul campo. 

Molti commentatori danno risalto al fatto che quella delle Marche è una delle poche squadre in Italia in cui il Presidente ha deciso di fare anche l’allenatore. Sono davvero pochi gli esempi di altre squadre in cui le due figure coincidono. Gli stessi commentatori spiegano questa scelta col fatto che il Presidente voleva essere lui a scegliere lo staff tecnico ed il modulo di gioco. Aveva trovato qualcuno che l’allenatore avrebbe potuto farlo e infatti per un po’ gli ha fatto allenare la squadra nelle partitelle infrasettimanali, ma poi era sempre lui che faceva la formazione nello spogliatoio e metteva la squadra in campo. E l’allenatore mancato si è giustamente stancato. Di quello venuto dopo si sente parlare poco. 

Si attribuisce sempre al Presidente la scelta di rinunciare ad una sorta di  top player nello staff tecnico come il prof. Di Stanislao.  Si è parlato ufficialmente di un problema di poco tempo e di troppi impegni, ma in realtà - dice qualcuno dei soliti bene informati che pascola negli  ambienti interni alla Società - il prof non veniva invitato mai agli incontri con i giocatori e con i rappresentanti dei tifosi e dei calciatori e alla fine ha scelto per questi motivi di rescindere il contratto. Altri sostengono che il prof era milanista e che questo non gli abbia giovato. Il Presidente Allenatore  ha comunque deciso di sostituirlo con un ottimo tecnico messo però fa giocare fuori ruolo. 

Ci sono ancora importanti partite da giocare a partire da quella del Piano. Le indiscrezioni dicono che si voglia puntare allo 0 a 0 approvandolo così com’è. Un pareggio così se non soddisfa più di tanto nessuno, perlomeno non espone al rischio di un confronto aperto per cui la società non è preparata. C’è un’altra partita decisiva e cioè quella della edilizia sportiva.  Con ogni probabilità non ci sarà il tempo di giocarla tutta e si troverà il modo di farla finire dopo avere sistemato la questione dello stadio di Marche Nord. 

In tutto questo tifosi (i veri proprietari!) e giocatori continuano a credere nella squadra e resta forte la voglia di scudetto. Anche se a fine allenamento diversi giocatori a microfoni spenti riprendono spesso la mitica frase di Luigi Garzya  "Sono pienamente d'accordo a metà col Mister" e puntualmente qualcuno aggiunge "Anche meno!". Ma scherzano eh! So' ragazzi!!!

PS Debbo ad un carissimo amico e collega la corretta attribuzione della mitica frase finale a Garzya, frase che avevo attribuito  a Totò Schillaci, indimenticato eroe delle notti magiche di Italia '90 e autore a sua volta di molte frasi celebri come quella in cui riconosceva di non avere un fisico da bronzo di Rialto.   

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