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Siamo a Largo Casanova, dove era finita la prima puntata. Ricapitolando: siamo in cima a colle Astagno e dal bell’affaccio del largo dominiamo la costa verso nord e sotto il Lazzaretto.  Adesso attraversiamo la strada e  torniamo indietro di pochissimo verso il centro e l’ex distretto. Dopo qualche decina di metri sulla destra ci sono delle scalette e un sentiero che salgono verso l’alto. Saliamo e dopo una breve passeggiata in mezzo ad un specie di bosco urbano arriviamo alla Cittadela. Qui un minimo di chiarezza sui termini ci vuole. Col termine Cittadella ci si riferisce spesso al parco della Cittadella che è tutt’altra cosa rispetto alla Cittadella vera  e propria che è quella verso cui ci stiamo dirigendo e che è una splendida struttura militare rinascimentale opera di Antonio da Sangallo il Giovane iniziata nel 1532.

La particolarità del posto è data da diverse cose. Innanzitutto, è un posto che non ti aspetti perché non si vede e non ci si passa mai. A meno che tu non voglia proprio andarlo a vedere. E poi è una specie di oasi di tranquillità con un campetto da calcio quasi poetico con porte vere e vicino una zona attrezzata per  cani. E poi la Cittadella di cui tornerò a parlare tra un attimo.

Piccola digressione sui campi di calcio urbani. Una volta quando nelle città non c’erano tutte quelle  squadre giovanili di oggi affollate da bambini e ragazzini già con scarpini, calzettoni, maglietta della squadra ecc ( e purtroppo affollate dai loro genitori) si giocava dove si poteva con la porta delimitata da maglioni e borse, il pallone di cuoio ovviamente portato dal più ricco (e quindi più scarso) e squadre fatte dai capitani scegliendo a scalare dai più dotati ai meno. Un campo come quello attaccato alla Cittadella era già il massimo con l’erba e le porte. Oggi mi pare pochissimo frequentato proprio perchè poco frequentata la zona lo è di suo.

La Cittadella ha una galleria di ingresso bellissima che porta al Segretariato Permanente dell’ Iniziativa Adriatico Ionica della Regione Marche.  Salite tranquillamente e stupitevi di un posto così bello. E deserto.

La storia della Cittadella è la storia di Ancona.  Al tempo della sua costruzione Ancona era una repubblica riconosciuta come tale dallo Stato Pontifico. Papa Clemente VII con la scusa di aiutarla a difendersi dai Turchi si offrì di finanziare la costruzione della Cittadella. Peccato che quando la struttura venne armata con cannoni puntati sulla città la repubblica dovette arrendersi ed entrare così nello Stato della Chiesa. I nobili che provarono a ribellarsi (allora, pare, erano soprattutto i nobili ad avere tendenze ribelli) fecero una finaccia venendo prima torturati e poi uccisi.

Quando nel 1860 (trecento e passa anni dopo) Ancona entra far parte del Regno d’Italia nella Cittadella viene collocata una monumentale armeria. Fino al 1972 (anno del terremoto ad Ancona) la  Cittadella rimane una struttura ad uso militare. Dopo ci sono stati decenni di abbandono fino a quando la struttura viene recuperata dalla Regione Marche per l’ufficio che abbiamo visto prima. Sono in corso altri lavori. Sulla Cittadella altro non so.

Per tornare in centro riscendiamo di nuovo in mezzo al boschetto verso largo Casanova e poi scendiamo per via Cialdini. Qui andiamo in un altro punto panoramico che guarda verso il porto ed il Duomo e quindi verso il colle Guasco dall’altra parte della città. Per trovarlo basta cercare un microgiardinetto con panchina e giochi per bambini passando per vicolo San Marco che sta sulla sinistra scendendo da via Cialdini.  Un altro posto che non ti aspetti. Due ore volate con, forse, una opinione diversa su Ancona.

PS: Lunedì, riunione saltata: due ore vuote in centro ad Ancona. Cento (o quasi) cose da vedere ad Ancona (prima puntata).

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