(Remo mi ha concesso questo spazio e ne approfitto!)
Il 2 novembre 1977 mi sono laureato in Medicina e Chirurgia alla Cattolica di Roma. E fanno dunque proprio 40 anni oggi. La tesi l’avevo preparata allo Spallanzani, anche allora specializzato nelle malattie infettive, dove dirigeva un reparto il prof. Di Raimondo che teneva alla Cattolica un corso di Epidemiologia Clinica. Forse uno dei primi in Italia.
La tesi era sulle epatiti B nei tossicodipendenti, un fenomeno allora molto importante e studiato. Ma a parte questo le malattie infettive stavano scomparendo, almeno così pareva. Ma poi arrivò l’AIDS ed adesso lo Spallanzani è un IRCCS di assoluto prestigio in campo infettivologico.
La clinica non mi piaceva (in questo sono stato sempre coerente!) e quindi mi orientai verso la specialità di Igiene. Casualmente scopersi che anche il mio amico (e “compagno”, come si diceva allora) Franco (basta il nome) aveva scelto questa specialità. E così lui mi presentò il prof Renga direttore dell’Istituto di Igiene dell’Università degli Studi di Ancona (allora si chiamava così) e qui la mia vita professionale prese una piega che mantenne nel tempo: grande passione per la sanità pubblica e un certo talento (altri talenti non ne avevo al tempo e non li ho purtroppo maturati nemmeno in seguito) per la didattica. Dieci anni circa all’Università di Ancona e poi un tuffo nella sanità pubblica delle Marche, dalle cui acque sono riemerso da pensionato il 1 luglio dell’anno scorso. Del prof Renga, maestro di tanti di noi, dico solo che è stato persona meravigliosa e generosa. Amava le Marche dove poi due anni fa ci ha lasciato.
Come ci diciamo sempre con Gilberto (anche qui basta il nome) la nostra regione in sanità in fondo è una piccola comunità e quindi posso saltare il racconto della mia vita professionale. Chi sta leggendo verosimilmente la conosce e chi non la conosce non s’è perso niente. Ma mi piaceva l’idea di salutare i tanti compagni di strada che ho incontrato in questi 40 anni. Ho iniziato il lavoro in sanità pubblica l’anno prima della Riforma Sanitaria del ’78 (la 833) e ho quindi iniziato il lavoro in sanità pubblica in anni di grande entusiasmo. Quell’entusiasmo che oggi a volte pare spento, ma altre volte riappare quando ci incontriamo e ci diciamo che dovremmo fare “qualcosa”. Ecco io con Remo (da me incontrato in Regione ai bei tempi di Beppe) intanto faccio questo “coso” che quaranta anni fa proprio non era nemmeno immaginabile.
Vi saluto tutti anche se altri nomi non ne faccio perché l’elenco sarebbe lungo visto che la comunità di cui parlavamo prima è bella numerosa. E speriamo ancora bella vivace.
PS Grazie a Remo godo di infiniti privilegi: mi posso autocelebrare e posso pure, come sto facendo, rileggermi e correggermi/integrarmi. E quindi mi è venuto in mente di ricordare in coda cosa nasceva e si sviluppava in quegli anni a cavallo tra gli anni '70 e '80 (riforma sanitaria a parte): la collana Medicina e Potere della Feltrinelli, Medicina Democratica, la Rivista Epidemiologia e Prevenzione, la rete epidemiologica delle Regioni con il primo corso di Epidemiologia all'Istituto Superiore di Sanità, il primo piano sanitario delle Marche, la rivoluzione gilbertiana nella formazione in sanità pubblica, l'epidemiologia clinica, la Società Italiana di Verifica e Revisione della Qualità dell'Assistenza e tanto altro ancora. Vi rendete conto quanta roba? In pratica in quel periodo c'era una specie di paese dei balocchi per chi cominciava a lavorare in sanità pubblica. Non so se sono stati splendidi questi miei 40 anni di sanità pubblica, ma certo i primi lo sono stati. O così me li ricordo. Il che, poi, per me è la stessa cosa.