×

Messaggio

EU e-Privacy Directive

Questo sito utilizza cookies tecnici e sono inviati cookies di terze parti per gestire i login, la navigazione e altre funzioni. Cliccando 'Accetto' permetti l'uso dei cookie, cliccando 'Rifiuto' nessun cookies verrà installato, ma le funzionalità del sito saranno ridotte. Nell'informativa estesa puoi trovare ulteriori informazioni riguardo l'uso dei cookies di terze parti e la loro disabilitazione. Continuando nella navigazione accetti l'uso dei cookies.

Visualizza la ns. Informativa Estesa.

Visualizza la normativa europea sulla Privacy.

View GDPR Documents

Hai rifiutato i cookies. Questa decisione è reversibile.
Scrivi un commento
Print Friendly, PDF & Email

E' appena uscita e ha già provocato i primi commenti entusiastici di chi è in testa (la Regione Toscana)  la classifica del Ministero della sanità  per l'individuazione delle regioni da utilizzare da riferimento per il calcolo dei costi standard. Qua la cosa si fa difficile perché i costi standard sono l'ennesimo oggetto misterioso

di cui si parla come se fosse chiaro il loro significato. Non è chiaro per niente.  Limitiamoci qui a dire che hanno a che vedere con i criteri di riparto del fondo sanitario nazionale (roba grossa, dunque) e tentano di definire i costi e quindi il finanziamento) di riferimento dei tre macrolivelli di assistenza (prevenzione, territorio, ospedale). Per stimarli ci si basa sui dati di tre Regioni che vengono selezionate come le più "virtuose" in termini di rapporto tra efficienza economica e qualità dei servizi. Il documento su come si arriva a leggere la classifica  non lo legge nessuno, ma la classifica sì. Specie chi sale sul "podio". E quindi vediamo come ci si arriva.

Per questa classifica si fa riferimento ad un pannello di 19 indicatori:

  • incidenza percentuale avanzo/disavanzo sul finanziamento ordinario;
  • scostamento dallo standard previsto per l'incidenza della spesa per assistenza collettiva sul totale della spesa (5%);
  • scostamento dallo standard previsto per l'incidenza della spesa per assistenza distrettuale sul totale della spesa (51%);
  • scostamento dallo standard previsto per l'incidenza della spesa per assistenza ospedaliera sul totale della spesa (44%);
  • degenza media pre-operatoria;
  • percentuale interventi per fratture di femore operati entro due giorni;
  • percentuale dimessi da reparti chirurgici con DRG medici;
  • percentuale di ricoveri con DRG chirurgico sul totale dei ricoveri;
  • percentuale di ricoveri ordinari con DRG ad alto rischio di in appropriatezza;
  • percentuale di ricoveri diurni di tipo diagnostico sul totale dei ricoveri diurni con DRG medico;
  • percentuale di casi medici con degenza oltre soglia per pazienti con età superiore o uguale a 65 anni sul totale dei ricoveri medici con età superiore o uguale a 65 anni
  • costo medio per ricoverato acuto;
  • spesa per prestazione per assistenza specialistica - attività clinica;
  • spesa per prestazione per assistenza specialistica - laboratorio;
  • spesa per prestazione per assistenza specialistica - diagnostica strumentale.
  • spesa procapite per assistenza sanitaria di base;
  • spesa pro capite per assistenza farmaceutica.

Quello che conta è tenere presente subito è che la graduatorio da utilizzare per il 2018 appena uscita è stata calcolata con riferimento ai dati dell'anno 2014. Come marchigiani dobbiamo essere  comunque contenti  perchè se è vero che siamo scesi "dal gradino più alto" del podio, conquistato l'anno scorso, e cioè quattro anni prima  (Campionato nazionale della sanità: la classifica dei sistemi regionali), prendiamo in ogni caso la "medaglia d'argento":

Speriamo che in un prossimo futuro qualche collega economista delle nostre Università ci aiuti a capire meglio i criteri di determinazione dei costi standard, che secondo autorevoli commentatori fa acqua da tutte le parti. 

Devi fare login per poter postare un commento
Leggi il commneto... The comment will be refreshed after 00:00.

il primo commento

Joomla SEF URLs by Artio