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C’è in giro una gran voglia di tecnologie. Abbiamo avuto modo di parlare qui della passione del governo regionale della sanità delle Marche per le tecnologie, siano esse super-TAC che RMN di ultimissimo grido che già dal nome fanno impressione (MAGNETOM C). Ma questa voglia di tecnologie avanzate e/o diffuse trova riscontro anche a livello nazionale dove sta avendo spazio l’annuncio dato dal Ministro Speranza di uno stanziamento di circa 240 milioni di euro per dotare di strumenti diagnostici di I livello gli ambulatori dei medici di medicina generale.  Questa notizia è stata commentata su Quotidiano Sanità  dal solito Bozzi (Marcello, il mio amico) che ha sollevato alcune legittime perplessità. Il segretario della FIMMG (dott. Silvestro Scotti), persona assolutamente seria, attribuisce un grande valore a questo investimento e per questo vi rimando ad una sua intervista.

Io non sono per niente convinto che questi investimenti tecnologici abbiano senso al di fuori di una grande riorganizzazione dei sistemi di cura.  Anche la Corte dei Conti un anno fa circa segnalò problemi di eccessiva diffusione e sottoutilizzo di alcune tecnologie diagnostiche importanti in Italia.

Il tempo dedicato dedicato all’informazione, alla comunicazione e alla relazione è tempo di cura. Se i cambiamenti nella programmazione e nella organizzazione dei servizi non cambieranno continue iniezioni di tecnologia non faranno che diminuire ulteriormente il tempo di cura dedicato a quelle attività, tempo che verrà utilizzato per i trasporti, la raccolta dei dati amministrativi, ecc.

Siccome c’è chi su queste cose ha scritto cose bellissime e quindi me la cavo rinviando ad alcuni contributi comparsi su  Forward, un progetto che vi raccomando. Ci sono tre contributi bellissimi sul tempo dedicato alla cura. Da uno di questi estrapolo prima un decalogo  di Paola Di Giulio,infermiera:

IL DECALOGO DELL’INFERMIERE PER LA GESTIONE DEL TEMPO 

  1. Arriva presto al lavoro per leggere le consegne e organizzarti con calma.
  2. Annota le cose da fare per aver chiari i compiti che dovrai svolgere e per quale paziente.
  3. Valuta quanto tempo richiede ciascun compito per evitare di impegnare troppo tempo in uno e di trascurarne un altro.
  4. Definisci le priorità cominciando dalle cose più urgenti da uno a dieci.
  5. Evita di svolgere mansioni non presenti nell’elenco e non necessarie che ti farebbero perdere tempo.
  6. Impara a dire no, spiegando per esempio al paziente che in quel momento non puoi soddisfare le sue richieste ma che tornerai presto ad aiutarlo.
  7. Ascolta i pazienti: le loro priorità possono essere diverse dalle tue.
  8. Prenditi una pausa, per rilassarti e concentrarti su cosa resta da fare.
  9. Sii flessibile: in reparto può capitare che le priorità cambino nell’arco della giornata.
  10. Non essere troppo esigente con te stesso.

Fonte: Nadine Woogara. Nursing Times, 2012.

 Estrapolo poi il contributo di un medico, Giuseppe Naretto, che ci ricorda che: 

 “gesti e momenti dei quali noi medici vediamo solo la componente meccanica e misurabile dischiusi nella loro essenza valoriale possono trasformare il secondo di uno sguardo, di un gesto, di una parola, in minuti, ore o giorni di grande conforto”.

E’ di qualche mese fa la notizia di un robot utilizzato negli Stati Uniti per comunicare ad un paziente che era ormai in fin di vitaWashington, 9 marzo 2019 , E.Q. 79enne ricoverato al reparto d'urgenza del Kaiser Permanente Medical Center di Fremont, in California, è stato informato tramite un video, portato da un robot, che gli restavano pochi giorni di vita. E' stata la nipote, A. W., rimasta sotto choc per l'incredibile mancanza di tatto nel comunicare al parente la prossima dipartita, a rendere noto il caso. Il robot, giunto nel reparto, lo ha messo in collegamento Skype dalla sua stanza d'ospedale con il medico che lo ha informato della diagnosi terminale.

L’esempio è estremo e paradossale, ma ci ricorda il rischio di cosa può succedere quando l’high tech affascina molto più dell’high touch. E questo succede già troppo spesso sia tra i politici che -spiace dirlo - tra i tecnici. Ed è sbagliato.

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