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No vax!

La ricerca di una qualche forma di identità porta le persone talvolta ad aderire alle iniziative più insensate, anzi maggiore è l’insensatezza maggiore è il senso di identificazione! La mentalità complottista è d’altra parte espressione della nostra costante ricerca di spiegazioni (Brotherton, 2015). Ma l’attuale riduzione delle coperture vaccinali in Italia non può essere ascritta ad un movimento palesemente marginale.

Certamente un pericolo evitato, proprio perché evitato, porta alla sottovalutazione dello stesso e quindi alla tendenziale non adesione dei genitori ad una misura preventiva da effettuare sul bambino sano, ma la elevata diffusione di procedure sanitarie inutili o pratiche errate sulla popolazione infantile non consente di ricondurre solo a questa causa il calo delle vaccinazioni. Degli esempi?

  • la frequente somministrazione di latti artificiali, già in ospedale,
  • lo screening ecografico per la displasia delle anche (se non associato ad una vera ecografia di tutto il corpo: ricerca delle malformazioni cerebrali e renali…),
  • il ricorso generalizzato alla terapia antibiotica al primo segno di febbre,
  • l’aerosol, spesso con cortisonici, ad ogni colpo di tosse.

Sono quindi le indicazioni del medico e del personale sanitario a guidare i genitori nelle scelte che riguardano i propri figli! La constatazione della bassa copertura vaccinale degli operatori sanitari (con rischi per i pazienti e per la continuità dei servizi) chiude il cerchio e scagiona definitivamente i no vax.

(molto positiva è su questo punto l’azione decisa dell’ASUR)

Quali segnali a favore delle vaccinazioni da poi il sistema sanitario ai genitori? Non si parla di vaccinazioni nei controlli periodici della gravidanza (se non per valutare il rischio derivante dalla rosolia materna…), non si parla di vaccinazioni nei corsi di preparazione al parto, non si parla di vaccinazioni nel corso del ricovero per il parto o alla dimissione, forse un accenno dal pediatra di libera scelta e poi arriva una lettera di convocazione… Non si può certo definire questa una strategia di comunicazione per un intervento importante.

 

Ma come è la situazione nelle Marche?

Le tabelle seguenti sulla copertura vaccinale a 24 mesi (Ministero della salute)  penso non richiedano commenti: dato ampiamente al di sotto del valore standard per il rispetto dei LEA (vedi l'articolo sulle Campionato nazionale della sanità: la griglia LEA) e la sedicesima posizione tra le regioni per le nostre coperture vaccinali.

(il miglior dato registrato tra le regioni è indispensabile per valutare la raggiungibilità dell’obiettivo).

 

 

Il risultato? Il Centro di controllo delle malattie americano mette in allarme i turisti sul rischio morbillo in Italia, si registrano i primi decessi e scatta la situazione di emergenza con misure indubbiamente straordinarie…

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