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Qualche settimana fa abbiamo ricevuto un benevolo “rimprovero” dal dott. Pasquale D’Avella, presidente di Federfarma Marche, che ci ha ricordato di prestare maggiore attenzione al mondo delle farmacie della nostra Regione. Rimediamo volentieri con questa intervista proprio su questo tema.  

Che ruolo potrebbe avere la nuova farmacia in questa fase del nostro sistema sanitario?

Ci consideriamo professionisti votati  a svolgere il ruolo che i nostri pazienti – clienti ci hanno attribuito negli anni, sempre più consulente di fiducia del cittadino sulle tematiche della salute. Inoltre, grazie alla informatizzazione avanzata, possiamo assicurare alla parte pubblica ed ai cittadini un grande valore aggiunto, da incrementare per la migliore e più economica gestione del farmaco. E’ in tale ottica che attivare il “vero” servizio Cup nelle farmacie avrebbe permesso di “servire” con attenzione il cliente (vedi un mio recente intervento  al riguardo). La scelta della Regione Marche per un percorso differente  e non condiviso con noi farmacisti ha incrinato il rapporto e soprattutto penalizzato ed illuso fortemente il cittadino.

Quali sono i modi con cui questo nuovo ruolo potrebbe essere incentivato?

Le farmacie delle Marche hanno, da tempo, avvertito la necessità di una concreta evoluzione della professione, al servizio del paziente cui deve garantire non soltanto l’aderenza alle terapie, ma anche suggerimenti educativi per un corretto utilizzo del farmaco. Come categoria dobbiamo intercettare i bisogni sul territorio, diventare protagonisti dei processi decisionali dei pazienti e svolgere un ruolo di leadership nell’attività quotidiana, valorizzando la funzione vera della farmacia, presidio sanitario di prossimità  al cittadino.  Purtroppo la perdita di risorse economiche  a seguito di una serie di fenomeni, tra cui quello di alcuni "tagli", sta mettendo in crisi molte farmacie , determinando uno spostamento del baricentro dell’attività dal Servizio Sanitario al versante commerciale.

Quali sono le maggiori difficoltà che oggi le farmacie incontrano nell’assolvere al ruolo che vorrebbero avere?

Nelle  Marche i problemi sono stati aggravati dal terremoto; la situazione nelle province interessate è ancora difficile,  tanto che sono ancora  più di 20 le farmacie che , danneggiate dal sisma, operano in condizioni di precarietà. In una  Regione al plurale come la nostra, è da  porre l’accento sulla figura del farmacista rurale. Ricordo che  sono  più di 250  le strutture che assicurano il servizio farmaceutico anche nelle zone più disagiate, dove, purtroppo, la popolazione invecchia e si riduce inesorabilmente la popolazione residente. Le farmacie rurali svolgono un’importante funzione sociale e sono spesso l’unico presidio sanitario esistente sul territorio. Il farmacista è  la persona in grado non solo di assicurare al cittadino tutti i medicinali di cui ha necessità, ma anche gli eventuali interventi -specie informativi - di prima assistenza. Purtroppo, a livello territoriale si nota spesso una tendenza a sottovalutare il ruolo che la farmacia può avere nella gestione dei pazienti cronici.

Oggi la rete delle farmacie della Regione Marche è impegnata, con l’avvio della ricetta elettronica veterinaria, nella gestione delle conseguenze di un uso degli antibiotici eccessivo e senza i dovuti controlli  nella filiera alimentare. Purtroppo, come conseguenza,  alcune malattie non possono  più  essere debellate con gli antibiotici conosciuti. L’antibioticoresistenza è un tema con cui, ogni giorno , nelle  nostre farmacie  ci confrontiamo , con molto impegno e tanta preoccupazione . 

Ci sono esperienze che dimostrano  come le farmacie possono aiutare la sanità pubblica?

La figura del farmacista si evolve e nelle realtà più avanzate  si identifica nel concetto di “Pharmaceutical Care”, inteso come presa in carico del paziente finalizzata alla massima  aderenza  alla terapia, ma non solo. Sempre di più ci si sta rendendo conto che fornire servizi di alta qualità implica anche un nuovo approccio alla gestione del paziente, un approccio che ci coinvolge. Una gestione condivisa in primo luogo fra medici, infermieri e farmacisti, tutte figure  che hanno al centro della loro attività il miglioramento della condizione dei pazienti.  Un simile approccio del farmacista ai problemi di salute del cliente - paziente determina evidenti risparmi per il Servizio Sanitario Nazionale. Siamo infatti consapevoli che  la scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è in molti casi la principale causa di mancata efficacia delle terapie farmacologiche , con  un danno sia per i pazienti che per il sistema sanitario e l’intera società.    

Che messaggio in sintesi le farmacie delle Marche vogliono mandare a chi governa la sanità e ci lavora?

Lo spunto per un confronto più serrato con le istituzioni ci viene fornito dal Piano socio-sanitario che proprio in queste settimane stiamo esaminando e valutando. Alla politica chiediamo di considerare maggiormente il ruolo professionale e sociale del farmacista.  Abbiamo ravvisato nel documento del Piano molte lacune  e si riserviamo di poter essere ascoltati per dare il nostro contributo di idee e fornire piena collaborazione su progetti condivisi. Ai professionisti medici del territorio (medici di medicina generale e pediatri di libera scelta) confermiamo la   piena volontà di  noi farmacisti di impegnarci per attivare una sinergica e continua collaborazione  per assicurare maggiori riferimenti ai pazienti, dedicando allo stesso tempo giusta attenzione anche alla spesa farmaceutica.

Di tutto questo nelle opportune sedi ci piacerebbe poter parlare con i responsabili della sanità pubblica della nostra Regione.    

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