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Sono in pensione, ho abbastanza tempo a disposizione, sono abituato a navigare nei siti istituzionali (e non) che si occupano di sanità e -nonostante tutto questo – io non ho capito quasi niente della programmazione dei nuovi ospedali della Regione Marche, soprattutto di quelli cosiddetti unici, cioè quelli che dovrebbero comportare la contestuale chiusura di altri ospedali che nel nuovo dovrebbero confluire con i propri posti letto. Ho fatto un ultimo tentativo e adesso ve lo racconto.

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La tabella seguente indica la presenza nella nostra Regione di una problematica seria, già evidenziata in un altro post (Relazione stato di salute. Un possibile terzo capitolo: attenzione all'alcool!), di rapporto con l'alcool nella nostra Regione. La tabella è tratta  dal Rapporto ISTAT Il Consumo di alcool in Italia - 2018:

Forse le percentuali non rendono a sufficienza la gravità della situazione. Proviamo con i numeri assoluti:

- consumo abituale eccedentario: 150.000 marchigiani;
- consumo abituale eccedentario solo a pasto: 82.000 marchigiani;
- binge drinking (il consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione): 111.000 marchigiani!

 

 

 

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La risposta alla domanda del titolo richiede in realtà di rispondere a più domande. Nell’ordine: 

  1. come si fa a riconoscere l’esistenza di una politica sanitaria?
  2. come si fa a riconoscere (e prima ancora: esiste?) una politica sanitaria di sinistra?
  3. come si colloca la politica sanitaria attuale delle Marche?

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Mi scuso subito per il titolo. Troppo giornalistico e poco professionale. Se state leggendo magari vi ha colpito ed è quello che volevo. Non per qualche lettore in più, ma perché il tema su cui voglio richiamare l’attenzione merita davvero di essere tenuto in considerazione da tutti. A partire dalla politica, da quella che dovrebbe stare dalla parte di chi ha più bisogno.

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Dura la vita del blogger che si occupa di politica sanitaria della (e nella) Regione Marche. Ogni giorno gli atti e i comunicati (e rassegne) stampa sono una fonte continua (quasi una cornucopia) di spunti critici da titoli acchiappa attenzione (chi paga i milioni di euro della mobilità attiva dei privati che le altre Regioni non ci hanno riconosciuto, la frettolosa gestione del contributo di solidarietà ai pazienti oncologici, la straordinaria fiducia nella tecnologia che porta a comunicati stampa che vanno dalle super-super-TAC agli ortopantomografi,  e qui l’elenco potrebbe continuare per pagine e pagine). Ma questo tipo di comunicazione non serve o quantomeno non è sufficiente a capire come stanno davvero le cose della nostra sanità. E allora il blogger con presunzione, ma anche con spirito di servizio, cercherà oggi in questa uggiosa mattinata di domenica di dare addirittura una idea complessiva dello stato del Servizio Sanitario Regionale delle Marche.

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