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Il 14° Rapporto CREA (Consorzio Universitario per la Ricerca Economica Applicata in sanità) (pubblicato nel dicembre 2018)  oltre ad una analisi di singoli fenomeni correlati alla salute della popolazione, che analizzeremo più in avanti in dettaglio, offre anche una visione di sintesi delle Regioni sulla quota di famiglie che sostengono spese per consumi sanitari. Il dato marchigiano è, in proporzione, molto buono sia in assoluto che come linea di tendenza.  Molto bene. 

 

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Uno dei segni peggiori dello stato del nostro sistema sanitario regionale è la approssimazione con cui si dibatte (quando si dibatte) delle tematiche urgenti, anche le più delicate. La recente vicenda del rimborso ai pazienti oncologici è stata la ennesima conferma di questa situazione. Tra conferenze stampa, delibere, proposte di legge, nuove delibere (quella commentata qui ieri è stata  seguita dalla DGR 559/2019 che quantifica in 450.000 euro il costo 2019 dei rimborsi) tutto si è svolto freneticamente e -ovviamente – senza dati.

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La recente DGR 531/2019 sui rimborsi per le spese di viaggio, vitto e alloggio ai pazienti oncologici  si dice – noi registriamo – che sia stata voluta dalla politica per far fronte alle critiche (politiche a loro volta) sulla abolizione di vecchie leggi relative a questi stessi rimborsi. Fatto sta che due giorni dopo l’approvazione di questa DGR è stata presentata una proposta di legge che ne riprende i contenuti.  Prendiamo per buono che, come è stato affermato in un comunicato stampa della Regione (già commentato in questo blog), delibera e proposta di legge siano state fatte  per aggiornare e migliorare la vecchia normativa, rimangono tante perplessità che meriterebbero un approfondimento tecnico e politico.

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Ho già citato in un altro post quella che è una delle battute cinematografiche che preferisco tratta  da uno dei miei film preferiti (Philadelphia): spiegamelo come fossi un bambino di quattro anni! La battuta era dell’avvocato interpretato da Denzel Washington che in un’aula di tribunale la rivolgeva  ad uno dei soci dello studio di avvocati che aveva licenziato l’avvocato malato di AIDS interpretato da Tom Hanks. Lo studio sosteneva che il suo licenziamento non era stato causato dalla malattia, ma dalla sua incompetenza. Ma non così incompetente da affidargli una causa importantissima.  E quindi Denzel aveva avuto buon gioco a chiedere una spiegazione chiara di questa contraddizione, tanto chiara da riuscire a convincere un bambino di quattro anni.

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